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Benetton, le scuse 96 ore dopo la tragedia: “Pronti a dare 500 milioni”

Le modalità dell’annuncio di revoca delle concessione alla Società Autostrade da parte del Governo” scriveva Atlantia 48 ore dopo il disastro del Ponte Morandipossono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti della società” e sottolineava ancora, come riportato da Dire, “Anche nell’ipotesi di revoca o decadenza della concessione, secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili“.

Un errore di approccio e di comunicazione micidiali, probabilmente pensato per indurre il Governo a fare dietrofront o comunque ripensare l’approccio “a testa bassa” seguito al disastro. Non ha funzionato. 96 ore dopo il disastro Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e della sua controllante Atlantia, si presenta in una conferenza stampa delicatissima a Genova il top manager sceglie di misurare ogni parola per non accrescere il risentimento nei confronti di un’azienda attaccata frontalmente dal Governo. I toni sono dimessi, le parole pesate dalla prima all’ultima. Castellucci parla di «strazio nel cuore» per smentire la percezione diffusa nell’opinione pubblica di indifferenza e cinismo nelle prime ore concitate dopo il crollo del Ponte Morandi. Una percezione ampliata dall’indiscrezione di una riunione di famiglia dei Benetton a Cortina: 90 persone riunite insieme per festeggiare Ferragosto 24 ore dopo la tragedia, quando si contavano i morti.  E si sapeva che la conta sarebbe stata drammatica.  

Al fianco di Castellucci, nel giorno più difficile della sua carriera, c’è Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia, di Autostrade e di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton a monte della catena di controllo. Cerchiai è lì, terreo in volto, condivide l’amarezza e lo sgomento per i morti sul viadotto del Polcevera. Castellucci sa di dovere essere concreto perchè la pressione sul gruppo è insostenibile. Solo Oliviero Toscani ha parlato a sostegno delle famiglie. Solo il PD non infierisce, con un garbo che potrebbe essere male interpretato. E suscitare sospetto. Ma il PD non rappresenta il Paese in questo momento. Gli applausi a Di Maio e Salvini spiegano quel poco che restava da capire. E lo hanno capito anche i Benetton e i loro disastrosi esperti di comunicazione. Una cosa sono i posti colorati dell’amicizia universale per vendere un maglione. Un’altra cosa è osservare negli occhi i famigliari  di chi ha perso i propri cari dopo che un ponte, a te affidato, è andato giù. 

Castellucci  ha parlato di una serie di misure per invertire la rotta, come riportato da Il Corriere della Sera: “Mettiamo a disposizione mezzo miliardo di euro per gestire. l’emergenza“. Parla di “ricostruire in otto mesi il ponte. Abbiamo un progetto che ci permetterà di ricostruirlo in acciaio, con minore impatto per l’ambiente e indennizzando tutti coloro che saranno costretti a lasciare le proprie case“.

Si tratta di una volontà che ora dovrà passare al vaglio del Governo. Castellucci tuttavia ribadisce che il Gruppo non intende al momento assumersi alcuna responsabilità. Per “mancanza di elementi”, pur offrendo la massima collaborazione possibile con la magistratura che ha già acquisito materiale video.  Questa esplicita insistenza sul punto è stata un errore, con il senno di poi. E il vicepremier Luigi Di Maio gela immediatamente Castellucci e i suoi con una frase che ha il sapore dell’avvertimento per quello che è appena cominciato: un lungo, travagliatissimo, contenzioso con il Ministero dei Trasporti, l’ente concedente. “Lo Stato non accetta elemosine da Autostrade – dice il vice premier – Pretendiamo risarcimenti credibili e non vi sarà alcun baratto“. Matteo Salvini  vede in questa apertura “solo il minimo sindacale”. . Un esecutivo che ha appena deciso di avviare la revoca della concessione sulla Aio Genova-Savona, minacciando di ridiscutere completamente la convenzione con Autostrade per l’Italia che ha in gestione nel nostro Paese quasi 3 mila chilometri di tratte autostradali.

Ciò che è certo è che Genova sta tentando delle alternative per non perdere quote nel traffico portuale. Autostrade metterà proprie risorse — dopo aver ottenuto l’ok dai tre Commissari dell’Ilva — per consentire il passaggio degli oltre 4 mila e transitavano sul Morandi, nell’area dell’acciaieria. Da domani non si pagherà alcun pedaggio sul nodo di Genova. Una richiesta arrivata da più parti. Ora Autostrade acconsente, forse tardivamente.

Fonti: Il Corriere della Sera, Dire

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