16 braccianti muoiono sulla strada. Saviano: “Ridotti in schiavitù dagli italiani”

«Dobbiamo rafforzare i controlli. Già sono fatti, e il prefetto mi ha elencato i dati. Ma è chiaro che l’estensione dell’attività imprenditoriale agricola qui è tale che è difficile poter assicurare i controlli in modo capillare». Il premier Giuseppe Conte ha parlato dei due incidenti stradali avvenuti nel Foggiano nei quali sono morti  16 braccianti agricoli, tutti stranieri. «Sicuramente – ha detto ancora Conte, come riportato da Repubblica come ha anticipato il ministro Di Maio, dovremo rafforzare anche i controlli dell’ispettorato del lavoro. Ma dobbiamo incentivare anche la rete del lavoro agricolo di qualità e interventi per evitare che il lavoro nero, il lavoro sfruttato, in totale violazione della dignità dei lavoratori, vada avanti». Parole che non sono piaciute a Roberto Saviano. E lui già lo sapeva, prima ancora di sentirle, scrivendo sul Instagram: “Se oggi i politici che andranno a fare la loro passerella a Foggia non vi diranno che questi 16 uomini sono schiavi morti da schiavi, continueranno a mentirvi al grido di “prima gli italiani”. Probabilmente Saviano immaginava che a Foggia sarebbe andato Matteo Salvini – l’uomo che secondo lo scrittore ha un patto con la Mafia per farlo uccidere, provvedendo da parte sua a fargli revocare la scorta. E’ andato Conte, poco importa, a conti fatti. L’importante è parlar male.

Scrive ancora Roberto Saviano: “I pomodori arrivano sulle nostre tavole perché ci sono i braccianti africani che, da quasi quarant’anni, li raccolgono nelle campagne italiane. Grano (e quindi pasta, pizza), olio, asparagi, arance: quanto di più italiano esista al mondo ha la sua origine nel lavoro dei contadini africani. Nell’ultima settimana sono morti, in due diversi incidenti stradali, prima 4 e poi 12 braccianti che viaggiavano su furgoncini che vengono aggiustati alla meno peggio, spesso con fil di ferro. I braccianti sono schiavi nei campi e vengono trasportati con minor cura di quella che si presta ad animali e merci.”


.“E allora, a chi chiede maggiore attenzione all’Italia e agli italiani rispondiamo: in pochi giorni sono morti in due incidenti stradali nel Foggiano 16 persone, 16 braccianti agricoli, con ogni probabilità 16 vittime di caporalato: 16 schiavi. Pensateci bene: sto ancora parlando di immigrati? Sto solo parlando di immigrati, o sto parlando anche e soprattutto di noi che, in Italia, abbiamo intere aree a vocazione prevalentemente agricola che ancora esistono, e resistono, grazie al lavoro di immigrati tenuti in condizioni di schiavitù? Dite la verità: sto parlando di immigrati o di noi?
E se la legge sul caporalato è una legge fondamentale, per la quale tanto sangue è stato versato e per la quale molti hanno lottato e lottano, è ancora una legge che resta, in moltissime aree del nostro Paese, inapplicata. I proprietari delle aziende agricole sono a conoscenza delle condizioni di lavoro dei braccianti, ma il sistema è criminogeno perché anche loro sono strozzati da una concorrenza cui non riescono a far fronte. Quindi tutto avviene al ribasso, con la politica che utilizza le tragedie, come farà anche oggi, per le solite inutili passerelle, sulla pelle di chi soffre e muore e sulla pelle di chi gli dà credito”. E conclude: “Fate attenzione a quello che oggi vi diranno i nostri illustri rappresentanti politici in visita a Foggia e fate poi caso a quanto ci metteranno a dimenticare tutto”.

Oltre alla esatta – ma generica – disamina su cause – effetto del Caporalato cosa propone Saviano, che qualcuno sogna come futuro leader del PD morente – per combattere e vincere questa piaga? Nulla, a parte il solito dito puntato. Ma non insulta, ed è già molto. C’è inoltre da annotare un vezzo: quando c’è da accusare il Ministro della “Mala” Saviano fa nome e cognome. Quando c’è da trovare una responsabilità politica per questo fenomeno di sfruttamento vergognoso, per questi uomini morti come animali Saviano usa il termine più sfumato di “politica”. Perchè la politica ha fallito qui, tutta, a partire dalla legge sul Caporalato. Perchè “inapplicata” sostiene Saviano. Ma se una legge rimane lettera morta è perchè non ha capito la realtà che voleva governare, diciamo noi. Quindi il fallimento nasce dall’ideazione delle legge, varata sotto il governo Renzi. Ma è meglio puntare il dito sui “politici che oggi vanno a Foggia” perchè in questo modo si getta discredito solo sul Governo in carica e magari tra loro ci sarà l’odiato Salvini. Quello che non vuole i migranti, anche perchè in Italia condizioni di dignità e rispetto non sono garantiti. L’indegna strage di Foggia insegna. Ma Salvini ha la maglietta nera. La strada, invece, era rossa. Ma è servita a qualcuno per fare la solita passerella dialettica. Senza insulti, questa volta. Poi dicono che le querele non servono.

Fonti: Repubblica, Facebook Roberto Saviano

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