Insulti al Presidente Mattarella, indaga l’antiterrorismo

Putin manipola la politica italiana? E’ questa la nuova suggestione, quella che ci accompagnerà per il resto dell’estate dopo l’allarme razzismo che tanto aveva puntato sull’occhio di Daisy come nuova immagine simbolo del pericolo che avanza. E’ durato poco, per il dispiacere dei soliti noti, che avevano lanciato tweets a pioggia, false notizie camuffate da indignazione. E neanche una rettifica, una parola di scusa, un “abbiamo giudicato troppo presto”.
Gli italiani dovevano “vergognarsi” scriveva l’Avvenire , il quotidiano dei Vescovi. Poche ore dopo si è scoperto l’ovvio: era stata una ragazzata. Tre giovani, uno di loro figlio di un condigliere PD. Certo non un razzista. Ecco allora che si deve trovare altro. La miniestra riscaldata di Putin che trama contro le istituzioni italiane. Un’idea folle per nascodere fallimenti politici autonomi, senza nessun bisogno di trame e storie che nascono da lontano. Una tesi ridicola, certo suggestiva per un’opposizione che non sa organizzarsi su idee e politiche concrete e alternative. Un centrosinistra purtroppo allo sbando che ha tuttavia l’appoggio della stampa maintream, spesso ridicola, come le persone a cui offre alibi e scuse, contribuendo alla loro rovina definitiva.
Cercare quello che diffondono fakenews dalla Russia per nascondere l’ovvio: ossia chi i falsari veri sono loro: ben protetti, e nascosti nei riflessi condizionati del politicamente corretto. Immancabilmente scorretti, antidemocratici. E ridicoli. In attesa di un’opposizione “vera” che sappia costruire un’alternativa democratica seria a Salvini e Di Maio, senza le guapperie, gli insulti e i ricatti di Saviano, le magliette rosse che plaudono agli insulti contro le istituzioni italiane, annotiamo anche questo. Si parla ora di “attacchi” al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di cui si sta interessando piazzale Clodio. La Procura di Roma aprirà dunque un fascicolo d’indagine in merito alla possibile azione che sarebbe stata condotta online da provocatori russi- i cosìdetti troll – nella notte tra il 27 e il 28 maggio, quando Mattarella bocciò la candidatura di Paolo Savona come ministro dell’Economia. L’indagine sarà affidata al pool di magistrati che si occupa dell’antiterrorismo e in Tribunale si attende un’informativa della Polizia Postale. Gli attacchi sarebbero arrivati da Twitter: sul social si registrarono in pochi minuti circa 400 nuovi profili, riconducibili all’area geografica della Russia, e da questi partirono migliaia di messaggi contro il presidente Mattarella, con insulti e inviti alle dimissioni. Quattrocento profili: un’inezia rispetto ad  una protesta che in Italia è stata invece di proporzioni enormi. Proteste di italiani, non di russi. Italiani che non si sentivano rappresentati dal Presidente, a torto o a ragione. Qualcuno ha mai contato i tweets italiani contro Donald Trump? Ma l’idea Putin, ora, tempo di teste vuote e magliette rosse, non è meno suggestiva dell’occhio gonfio di Daisy. Della vicenda si occuperà lunedì anche il Copasir, con l’audizione del Dis, Alessandro Panza. Che il buon senso prevalga. E che l’opposizione lasci i bambini disperati e torni a fare politica seriamente senza nascondere fakenews di comodo dietro la falsa autorevolezza dei giornali maninstream.
 
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