Magliette rosse per i migranti, la lezione dei docenti all’esame di maturità

Sta facendo discutere la scelta di un gruppo di professori, impegnati in questi giorni con gli esami di maturità nel Liceo Scientifico Santi Savarino di Palermo. Tutti i componenti della commissione – sia i docenti esterni che quelli interni – si sono infatti presentati agli orali indossando in blocco una maglietta rossa, come riportato da Repubblica. Un gesto simbolico, a sostegno di #restiamoumani, la campagna di solidarietà ai migranti, partita dal web qualche giorno fa. La polemica ora è sopratutto politica.
Gianni Alemanno, segretario del Movimento nazionale per la sovranità – sostiene che nella realtà istituzionale degli esami di Stato i docenti devono apparire del tutto neutrali, evitando manifestazioni di parte.. La maglietta rossa, secondo lui, sarebbe da interpretare come “un atto politico di opposizione a questo governo”. Tesi indirettamente confermata da Enrico Costa, professore ordinario di Urbanistica all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, che sul suo profilo Facebook scrive, come riportato da TgCom24: “Complimenti alla Commissione per la Maturità che a Palermo si è presentata in maglietta rossa. Nessuna meraviglia che Alemanno protesti: li avrebbe preferiti in maglietta nera… e con lui chissà quanti esponenti del Governo del Cambiamento.” Si è fatta sentire anche Elena Donazzan, assessore regionale dell’Istruzione in Veneto, che rimprovera quei docenti, dicendo che a scuola non si fa politica perché si sfrutta la “posizione di supremazia nei confronti degli studenti”. La Donazzan intende rivolgersi ora al ministro dell’Istruzione, “affinché gli giunga la voce sdegnata”
Non pochi hanno sostenuto il punto di vista della Donazzan ma c’è anche chi ha sostenuto l’inziativa degli insegnanti definendola una “bella immagine di coraggio e umanità” o che ironizzano: “Alla maturità di mio figlio c’era una commissaria con short pants e infradito…che facciamo interveniamo pure lì?”. Tutti d’accordo, a prescindere dai toni, nel ribadire che la difesa del diritto d’asilo non sia una questione politica ma un gesto di umanità e di solidarietà verso tutti quelli che fuggono da guerre, fame e povertà.
Fonti: Repubblica, TgCom24
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