Il padre di Alfie ai medici: “Avete sbagliato diagnosi, mio figlio vi sta mettendo all’angolo”

diagnosi

Una diagnosi sbagliata e, forse, delle cure che hanno aggravato la patologia del bambino, invece che curarla. Ne sembra ormai convinto il padre di Alfie Evans, dopo l’inspiegabile rifiuto deimedici dell’ospedale di Liverpool al trasferimento del bimbo in Italia. Una presa di posizione sostenuta dai giudici inglesi dell’Alta Corte, che hanno giustificato la decisione basandosi sull’ “Evidenza” che il bimbo, dopo l’interruzione dell’assistenza medica, stesse “ormai morendo“. Ma il piccolo, sorprendendo tutti – ma forse non i genitori – ha continuato a vivere, anche se le previsioni dei medici inglesi parlavano di un’aspettativa di vita limitatissima: ore forse addirittura minuti. E su questa errata “evidenza” il giudici britannici hanno motivato il rifiuto del trasferimento in Italia, come riportato dall’Independent. Decisione incomprensibile, in apparenza, se si pensa che il trasferimento, le cure, l’assistenza del bambino non sarebbero stati più a carico de servizio sanitario britannico. Stamane così ha parlato il papà di Alfie, un infaticabile ragazzo di vent’anni che sta lottando con una tenacia che ha fatto piangere Papa Francesco – “Sono commosso dal tuo coraggio” ha detto il Pontefice quando ha incontrato il giovane papà a Roma, pochi giorni fa. «Alfie – ha rivelato il padre oggi – non ha più bisogno di terapie intensive, ormai. È steso nel lettino con l’aiuto delle bombole, ma  e per il resto respira da sé. Alcuni dicono che sia un miracolo, ma non è un miracolo, è stata una diagnosi sbagliata». Ed ha proseguito dicendo «tutto ciò che chiediamo ai medici è che questo incontro sia positivo e che Alfie possa tornare a casa… entro un giorno o due. Se poi l’incontro non andrà bene, torneremo in tribunale».

«Io – ha spiegato ancora il papà, che ieri sera è crollato dal sonno accanto al figlio dopo tre giorni in cui non era riuscito a chiudere occhio – resto seduto accanto al letto di Alfie ogni secondo di ogni giorno. Non soffre e non prova dolore e questo mi incoraggia sempre di più: spero che possa vivere per un numero X di mesi, magari di anni». Sulle condizioni del bambino, il giovanissimo papà ha infine ripetuto che Alfie sta «sta ancora lottando», appare «tranquillo» e «contento», con il battito cardiaco stabile. I medici, ha insistito «si sono sbagliati», Alfie «lo ha dimostrato» visto che «vive tranquillamente, felicemente, senza alcuna forma di ventilazione» assistita.

Fonte: Independent

Impostazioni privacy