Roberta Ragusa, il figlio Daniele contro la madre: “Ora parlo io”

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Il 28 marzo si terrà la prima udienza del processo d’Appello a carico di Antonio Logli condannato a 20 anni in primo grado per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta, scomparsa nel gennaio 2012 da San Giuliano Terme in provincia di Pisa. L’udienza prevista per il 14 marzo è stata rinviata al 28 a causa di uno sciopero degli avvocati. E c’è già qualcosa di importante: si è saputo in queste ore che il figlio maggiorenne di Roberta e Antonio, Daniele, a 6 anni dalla misteriosa sparizione della madre ha rotto il silenzio per prendere una posizione netta e chiara in favore di suo padre, come fa sapere l’avvocato di Logli a TgCom24: «Daniele Logli, ieri come oggi, vive nella certezza che il padre Antonio non abbia commesso i fatti attribuitigli: è ferma convinzione del figlio che Antonio Logli non ne avrebbe avuto e non ne abbia le capacità; non avrebbe potuto mai porli in essere, né avrebbe mai potuto sopportarne così a lungo le conseguenze e il peso». Daniele sottolinea quanto il padre sia sempre stato affettuoso con lui e la sorella, sempre un punto di riferimento.

L’iniziativa di Daniele avviene in un momento non certo casuale, ed è intesa chiaramente ad ottenere il proscioglimento del padre che si è sempre dichiarato innocente. Nella memoria Daniele Logli parla di “ipotesi investigative prive di riscontro” – riferendosi alle tesi accusatorie contro il padre accolte dai giudici di primo grado –  ma si dice anche convinto che la madre non sia stata uccisa ma si allontanata volontariamente. Daniele intende svolgere un ruolo determinante nel prossimo processo si appello: non a caso nella sua memoria attacca l’asse portante del quadro accusatorio contro suo padre: la lite che sarebbe avvenuta tra Antonio Logli e Roberta Ragusa davanti alla scala che porta in soffitta –  di fronte alla stanza del figlio.

Secondo l’accusa infatti Roberta la notte  tra il 12 ed il 13 gennaio 2012 sentì il marito parlare al telefono con l’amante e oggi convivente, Sara Calzolaio, allora baby sitter dei loro figli. Ne sarebbe scaturita una lite  furibonda culminata nell’uscita di casa della donna, raggiunta in strada e uccisa dal marito. Ebbene, Daniele Logli sostiene di non avere mai sentito i genitori litigare quella notte, sebbene stesse dormendo nella stanza a pochi metri da dove sarebbe avvenuto il litigio secondo l’accusa e nella memoria scritta pone una domanda ai giudici dell’Appello: “Perché in fase di indagine nessuno mi ha chiesto se io quella notte dalla mia stanza avevo sentito qualcosa di strano?”. La testimonianza del figlio potrebbe avere un peso nel processo e portare al proscioglimento del padre.

La cugina di Roberta, Maria Ragusa ha dichiarato che la stessa Roberta sarebbe rimasta molto delusa dall’iniziativa del figlio.

Fonte: TgCom24

 

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