Il figlio prende 9 all’esame, i genitori vogliono 10 e ricorrono al Tar. E perdono

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(websource/archivio)

Una controversia riguardante l’andamento scolastico di uno studente ha visto contrapposti i suoi genitori ed i rappresentanti del liceo ‘Giovanni Verga’ di Canicattì dove ha studiato, concludendo il proprio percorso con un ottimo ricevuto dalla commissione in sede di esame. Per la madre ed il padre del diligente studente però il voto sarebbe dovuto essere superiore, e per questo avevano avanzato un esposto al Tar della Sicilia. Il giudice però ha respinto la loro proposta di annullare il verbale di giudizio dell’esame, come richiesto dalla coppia che avrebbe voluto per il ragazzo un 10 anziché un 9, un eccellente al posto di un ottimo.

Per i giudici la valutazione finale è congrua

Nelle motivazioni fornite a corredo della sentenza che ha visto i troppi baldanzosi genitori uscire sconfitti, si legge che “i criteri scolastici non sono precisi al millimetro nelle loro valutazioni, come possono esserlo i casi in cui per esempio va misurata la presenza di una determinata sostanza nell’organismo. In questo caso ci si basa su di un giudizio tecnico contraddistinto da un naturale margine di opinabilità, e non è sufficiente manifestare disaccordo sul risultato fornito da chi di dovere per riuscire ad alterare lo stesso, a meno che non ci si trovi di fronte ad un evidente caso di sua inattendibilità e non uniformità di giudizio”.

Oltre al danno la beffa

Viene poi elencata una serie di voti ottenuti dal ragazzo, che mostra due 10, due 9 ed altrettanti 8, “con il risultato che la valutazione finale di 9 rappresenta la media corretta nel computo totale”. E per la coppia è arrivata anche la condanna a dover pagare le spese processuali, che ammontano a circa mille euro. Sempre in Sicilia era avvenuto un caso anche più eclatante poco più di due settimane fa, con una aggressione da parte di due genitori ai danni di un insegnante che aveva redarguito il loro figlio in classe.

S.L.

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