Lui ha confessato: “Quando è arrivata la polizia è stata una liberazione, mi sono sentito quasi sollevato. Ne avevo parlato con mio fratello, gli avevo chiesto di aiutarmi. Lui mi aveva detto di smettere, ma non ci riuscivo, ogni volta che mi arrivava un messaggio ci ricascavo. È tutto vero, non so cosa mi sia successo, in 25 anni di carriera da insegnante non mi è mai capitata una cosa simile, ero preda di un gioco affascinante da cui non riuscivo a uscire. a giugno ho iniziato a contattarla, lei all’inizio mi respingeva, era recalcitrante. Poi ha iniziato a rispondere”.
La moglie Antonella, vedova, madre di una bimba di 10 anni e insieme a lui da tre anni, si mostra sicura davanti ai giornalisti de Il Messaggero: “Lo perdono e lo amo, lo aspetto a casa, non vedo l’ora di riabbracciarlo – dice – spero che torni al più presto. Anche mia figlia non vede l’ora di rivederlo. Lo amo, voglio abitare con lui, se il giudice acconsentirà lo accoglierò a casa. Lo dipingono come un mostro ma non è così. Cosa penso delle accuse? Sembra una recita. Sono accuse esagerate la giustizia, con i suoi tempi e i suoi modi, stabilirà che Massimo non è il mostro che vogliono dipingere. Quella ragazzina faceva il corso di teatro, forse sa fare bene l’attrice”.
F.B.
Fonte: Il Messaggero
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