Altra grande novità in tema di pensioni per il 2018 sarà inoltre l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne, prevista dalla riforma Fornero. Le lavoratrici del settore privato dovranno perfezionare almeno 20 anni di contributi e 66 anni e 7 mesi di età, come già previsto per gli uomini e per le dipendenti del pubblico impiego. Finora era previsto un anno in meno. Nel 2019 però scatterà per tutti i lavoratori l’adeguamento a 67 anni della soglia per accedere alla pensione di vecchiaia.
42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, sia nel pubblico impiego sia nel settore privato, permetteranno ai lavoratori di lasciare il lavoro, al di là dell’età anagrafica.
A partire dai 63 anni d’età si potrà richiedere inoltre Ape sociale, l’assegno anticipato (fino a 1.500 euro lordi) a carico dello Stato.
Inoltre i disoccupati da almeno 24 mesi potranno accedere alla Rita, ovvero la Rendita integrativa anticipata, che può essere utilizzata dai lavoratori iscritti a un fondo pensione complementare, che potranno lasciare il lavoro fino a dieci anni prima rispetto al raggiungimento dei normali requisiti previdenziali.
Sarà possibile per loro attingere al loro fondo previdenziale per prendere un assegno anticipato in attesa della pensione vera.
L’isopensione sarà invece lo strumento che permetterà ai lavoratori dipendenti in esubero di andare in pensione anticipata fino a 4 anni prima, con un costo interamente a carico dell’azienda. La legge di Bilancio 2018 ha ampliato la possibilità di questo prepensionamento fino a 7 anni.
BC
Fonti: Adnkronos, Il Corriere della Sera
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