Lapo Elkan si confessa: “Ecco cosa mi ha portato alla cocaina”

(Websource/Archivio)

Ora che di anni ne ha quaranta si dichiara pronto a ricominciare. Ora Lapo Elkan è pronto a ricordare quello che annovera come il momento più buio della propria vita.
“Le droghe possono abbagliarti, ma sono il peggiore amico che puoi avere, perché ti allontanano da tutto. Con loro ho combattuto battaglie terribili, e ho ottenuto la più grande vittoria della mia vita. Io sono luce e oscurità, quest’ultima mi ha portato alla cocaina. Pensavo fosse glam. Invece è da sfigati. Mi sono fatto male e ho fatto male”, ha dichiarato.

Al Corriere della Sera Lapo ha confessato le proprie fragilità, ma anche i propri desideri più nascosti. Il suo sogno è ora quello di una vita normale, fatta di figli e di famiglia.
“Non mi amavo e non amavo chi ero. Ora, a quarant’anni, mi accetto”, ha affermato il rampollo della famiglia Agnelli, continuando: “Guardando i miei fratelli e i loro figli. Ho sentito il desiderio di averne. Ma io non ho mai amato la mia infanzia. E mi sono detto che così non sarei stato degno di essere padre. Dovevo sentirmi pulito. Ora aspetto la donna giusta”. E ancora: “Vorrei che fosse forte e avesse una propria vita a prescindere da me. Ho amato due donne moltissimo: alla follia Martina Stella che ora è una carissima amica e sono contento di vederla felice sposata e con figli. Lo merita. Sono stato molto innamorato di Bianca Brandolini. Con loro ho costruito e distrutto. Martina è stata la prima che ha cercato di farmi uscire dalle sostanze. Ma avevo paura di legarmi per la mia diffidenza con le donne, dovuta forse al rapporto non facile con mia madre. Sempre tanti dubbi e quell’ossessione per la perfezione, che non esiste”.

E Lapo ammette che la ragione che l’ha spinto a raccontarsi è  stata più per gli altri che non per se stesso. “Non l’ho fatto per me, ma per quelli più sfortunati di me. È successo quando un autista mi raccontò la sua storia. Era stato violentato anche lui da piccolo, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo. Ho capito che dovevo farlo io. E se mi hanno attaccato non mi interessa”. E l’ultimo pensiero va al nonno Giovanni Agnelli, forse lui avrebbe potuto proteggerlo: “Non lo so, però avrei avuto una persona con la quale condividere di più determinate difficoltà della vita e forse mi avrebbe facilitato il percorso per uscire dalle tenebre che avevo dentro di me. Fino a diciotto anni volevo essere come lui, poi ho capito che ognuno ha la sua strada: voglio lasciare la mia storia”. Oggi Lapo appare sereno e quanto accaduto un anno fa afferma che è stato un incidente. “New York fu un incidente. Non posso dire nulla. Era un periodo particolarmente violento, aveva scoperto che il mio autista fidato da anni rubava, poi l’arroganza dei miei manager, la mia amica che stava morendo, come un altro amico. Sotto pressione ho sbottato. E mi sono fatto male”.
BC

Fonte: Il Corriere della Sera

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