Ignazio Marino, attesa per la sentenza d’Appello sul caso scontrini

Ignazio Marino, attesa per la sentenza d’Appello sul caso scontrini che tante polemiche ha scatenato nella politica italiana anche a livello nazionale.

(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

“Se sono ladro sono un ladro scemo e incapace di intendere e di volere”, con queste parole l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino si è difeso nel processo d’Appello che lo vede imputato per la vicenda scontrini, uno dei motivi principali che portarono alle sue dimissioni da primo cittadino, come riportato da Adnkronos. L’ex principale inquilino del Campidoglio il 7 ottobre 2016 venne assolto dalla triplice accusa di peculato, falso e truffa. La sentenza è stata pronunciata dal gup Pierluigi Balestrieri, che respinto le richieste dei pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo.

In Appello, il pg Vincenzo Saveriano ha chiesto la condanna a due anni e mezzo per le accuse di peculato e falso, mentre ha chiesto l’assoluzione per l’accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine. Ignazio Marino ha però avanzato le proprie ragioni, sottolineando che “spontaneamente mi presentai in procura e offrii a chi indagava le chiavi della mia agenda elettronica”. L’ex sindaco di Roma ha ricordato poi: “Voglio affermare con grande chiarezza che mai nella mia vita e nelle funzioni di sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”.

GM

Fonte: Adnkronos

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