Cos’è il Coronavirus, le tappe fondamentali dell’epidemia

Quando parliamo di pandemia ci riferiamo ad una epidemia diffusa in più Paesi e in più continenti. È questo dunque il caso del Coronavirus, l’epidemia diffusasi nel nostro Paese e che sta mettendo in ginocchio diverse aree del mondo. 

Coronavirus le tappe - Leggilo

Cos’è

La COVID-19, o malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei Coronavirus. Il Covid-19 – spiega l’Istituto superiore della Sanità – colpisce principalmente il tratto respiratorio inferiore e provoca una serie di sintomi descritti come simil-influenzali, tra cui febbre, tosse, respiro corto, dolore ai muscoli, stanchezza e, in percentuale minore, disturbi gastrointestinali quali la diarrea. Su un campione molto ampio, inoltre, si è potuto constatare come, i pazienti affetti da Covid-19, in un caso su tre, accusassero sintomi di ageusia, ovvero perdita del gusto, e di anosmia, ovvero la perdita dell’olfatto. Entrambi quest’ultimi sintomi possono perdurare anche dopo la totale guarigione del paziente, per un periodo medio di oltre due settimane. Nei casi più gravi può verificarsi una polmonite, sepsi e shock settico, fino ad arrivare al decesso del paziente. Al momento, non esiste un vaccino o un trattamento specifico per questa malattia e il trattamento consiste nell’isolare il paziente e nel gestire i sintomi clinici. Una persona infetta può presentare sintomi dopo un periodo di incubazione che può variare tra 2 e 14 giorni.

La malattia è stata identificata per la prima volta nei primi giorni del 2020 dalle autorità sanitarie della città di Wuhan, capitale della provincia di Hubei in Cina, tra i pazienti che avevano sviluppato una polmonite senza una causa chiara. Ma i primi casi risalgono intorno alla metà di dicembre 2019, quando le autorità sanitarie della città di Wuhan riscontrarono i primi casi di pazienti che mostravano i sintomi di una “polmonite di causa sconosciuta“; questo primo gruppo di malati era in qualche modo collegato al locale mercato del pesce di Huanan, costituito da circa un migliaio di bancarelle su cui si vendevano anche polli, fagiani, pipistrelli, marmotte, serpenti, cervi macchiati e organi di conigli oltre ad altri animali selvatici. Fin da subito è stato ipotizzato che si trattasse di un nuovo Coronavirus proveniente da una fonte animale.

Uno studio dell’Imperial College, pubblicato sulla rivista The Lancet, ha stimato il tasso di mortalità medio del Covid-19 intorno allo 0,6%. Le percentuali salgono con il cambiamento delle fasce d’età: 0,04% tra 10 e 19 anni, l’1,04 dai 20 fino ai 49 anni, l’8,1% dai 50 ai 59 anni, l’11,8% dai 60 ai 69 anni, il 16,6% dai 70 ai 79 anni, fino ad arrivare al 18,4% per gli over 80. Tali statistiche subiscono variazioni sostanziali se il paziente è affetto da patologie pregresse. Il Covid-19 aggrava le condizioni cliniche di un paziente che è affetto da disfunzioni cardiovascolari, ipertensioni e diabete.

Storia

Il 13 marzo 2020 il Governo cinese ha divulgato la notizia che il primo caso di contagio risale a Novembre 2019. Si tratta di un cinquantacinquenne della provincia dello Hubei. Inizialmente il virus non è stato riconosciuto come un nuovo tipo di Coronavirus. Siamo a dicembre quando il primo paziente noto inizia a manifestare i sintomi: non era stato al mercato del pesce di Wuhan e non è stato trovato alcun collegamento epidemiologico tra questo e i casi successivi. Dall’8 al 18 dicembre, vengono registrati sette casi successivamente diagnosticati con un nuovo coronavirus; due di loro erano collegati al mercato di Huanan; cinque non lo erano. Il 31, l’Organizzazione mondiale della sanità viene informata dalle autorità cinesi di una serie di casi simili alla polmonite nella città di Wuhan, con origine probabile da un mercato di pesce e animali della città stessa.

A gennaio, in Cina, il virus si diffonde esponenzialmente: le autorità dispongono la chiusura del mercato di Wuhan e l’isolamento di coloro che presentano segni e sintomi dell’infezione. Al 9 gennaio risale il primo caso di decesso e l’Oms conferma l’epidemia. Inoltre, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) innalza il livello di rischio circa la possibilità che il virus raggiunga l’Europa a “moderato“. Vengono stabiliti i primi controlli negli aeroporti internazionali, in Cina cresce sostanzialmente il numero dei casi, viene registrato il primo caso negli Stati Uniti d’America.

Il 22 gennaio il governo cinese mette in quarantena la città di Wuhan (con una popolazione di 11 milioni di persone), espandendo successivamente la misura a quasi tutta la provincia di Hubei, raggiungendo le 60 milioni di persone in quarantena, nel tentativo di contenere l’epidemia virale. Le autorità cinesi sospendono aerei, treni, autobus e traghetti in entrata e in uscita da Wuhan, successivamente estendendo il divieto anche ai veicoli privati. Per aiutare a limitare la diffusione del virus, l’autorità sanitaria di Wuhan rende obbligatorio l’utilizzo di maschere facciali nei luoghi pubblici. A fine gennaio, le misure di quarantena vengono estese alle città di Huanggang, Ezhou e Xianning, tutte adiacenti a Wuhan. Intanto, l’Organizzazione mondiale della sanità definisce “elevato” il rischio a livello globale, mentre il Canada affronta il suo primo caso confermato di contagio nell’Ontario. Casi anche in Thailandia, in Germania, negli Emirati Arabi Uniti, in Finlandia, in Lapponia. Il 30 gennaio, vengono accertati per la prima volta in Italia due casi di persone infette, si tratta di due turisti cinesi in vacanza a Roma. L’Italia blocca tutti i voli da e verso la Cina e proclama lo stato di emergenza sanitaria per 6 mesi. Confermati i primi casi in Gran Bretagna, Spagna, Russia e Svezia. Il 31 dello stesso mese, si legge su Salute.gov, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da nuovo Coronavirus. La decisione è stata assunta subito dopo che l’OMS ha dichiarato l’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.

Il 3 febbraio, i morti in Cina sono 370, mentre i contagiati sono oltre 17 200. L’epidemia di Coronavirus ha superato per mortalità la precedente epidemia di Sars che aveva colpito la Cina nel 2002/2003. L’11 febbraio, i morti in Cina salgono a 1 016 mentre i contagiati raggiungono i 42.638 in tutto il continente asiatico; nel resto del mondo i contagiati sono 161. Il virus contagia anche i sanitari a Wuhan, dove almeno 500 membri del personale ospedaliero di Wuhan sono rimasti infettati a metà gennaio, lasciando gli ospedali a corto di personale. Il 13 dello stesso mese, l’Organizzazione Mondiale della Sanità comunica che i nuovi casi di contagio registrati il giorno precedente nella provincia di Hubei – per la prima volta da gennaio – sono in calo (1 600 casi) così come è calato – rispetto al trend dei giorni precedenti – il numero dei nuovi contagiati nel resto della Cina (377 casi). Nel resto del mondo, però, aumentano contagi e decessi: il 18 febbraio, il numero delle vittime nel mondo sale a 1 873, mentre i contagiati sono 73 335.

Nel frattempo in Italia vengono confermati diversi nuovi casi locali di coronavirus: un focolaio nella zona di Castiglione d’Adda in Lombardia, originato da un 38enne senza storia recente di viaggi in Cina, che comprende tra gli infettati la moglie e altre persone da lui frequentate, nonché personale sanitario delle strutture dove i suddetti sono stati accolti, e due casi a Padova. A seguito del contagio, la regione Lombardia e il Ministero della Salute emettono un’ordinanza congiunta che impone a dieci comuni, tutti in provincia di Lodi, il divieto di eventi pubblici con sospensione di tutte le attività lavorative, ad esclusione di quelle di pubblica utilità. In serata, viene data notizia del primo decesso in Italia a causa del virus, un settantasettene di Vo’.
Secondo i ricercatori, in Cina la diffusione del coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio. E da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente. Intanto, in Italia, la situazione si aggrava. Il 22 Marzo, riporta Ansa, il Premier Giuseppe Conte annuncia la chiusura in tutto il territorio nazionale di ogni attività produttiva non necessaria. Ha inizio il lockdown – chiusura totale – misura che sarà dopo poco seguita anche da altri Paesi, come il Regno Unito e la Spagna.

Arriviamo al 9 marzo quando l’Italia impone una quarantena a livello nazionale, limitando i viaggi tranne che per necessità, lavoro e circostanze sanitarie. L’11, in Italia vengono prese delle misure più restrittive per evitare il continuo diffondersi del virus, chiudendo totalmente bar ristoranti e scuole. Il 12 marzo, stessa cosa fa il Presidente Francese Emmanuel Macron. Segue la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, che in poche settimane supererà i contagi dell’Italia. il 17 marzo il Governo annuncia la chiusura di tutte le attività considerate non essenziali, mentre la Comunità Scientifica nazionale ipotizza un prolungamento delle misure di contenimento oltre le date previste.

Il 1 aprile, il Presidente del Consiglio Conte annuncia la proroga delle quarantena in tutto il Paese sino al 13 aprile, mentre il Governo vara un piano di uscita dalla quarantena totale basato su scaglioni per le aziende e fasce d’età per la popolazione. Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile, ipotizza la possibilità di estendere le misure di contenimento almeno sino al 1 maggio, mentre la metà dello stesso mese potrebbe iniziare la fase due. Ciò dipenderà dall’andamento della curva endemica.

Secondo gli esperti, dal 2 al 6 aprile, si sarebbe verificato nel nostro Paese il famoso “picco“. Numeri elevatissimi, il 3 aprile: un incremento di 2339 contagi, 766 decessi, 1480 guariti. Il 4 aprile, i contagi sono stati 2886, i decessi 681, i guariti 1238. Il 5 aprile, si sono registrati 2972 contagi, 525 decessi, e 819 guariti. Scatta intanto l’allarme negli Usa, dove la situazione peggiora di giorno in giorno; ma anche in Spagna e in Francia che proroga le misure restrittive fino all’11 Maggio. Mentre l’Italia si avvia alla stabilizzazione dei contagi – per effetto delle misure di contenimento messe in atto dal Governo – nel resto del mondo la situazione peggiora, mentre in Cina si registrano nuovi casi, pur in un numero contenuto. Cosa che mette in allarme su un possibile contagio di ritorno. Un’ inversione di tendenza, nel nostro Paese, comincia a vedersi dal 10 Aprile in poi. Secondo gli esperti, siamo entrati nella fase di “plateau“, cioè di stabilizzazione. La curva dei contagi rimane infatti stabile, ma i numeri sono ancora alti, tanto che il lockdown viene prorogato fino al 3 maggio, giorno in cui dovrebbe iniziare la “Fase 2”, cioè quella di convivenza con il virus. Intanto, l’economia va a picco e le ipotesi dell’Istat e del Fondo monetario internazionale sono drammatiche: a rischio ci sono 50.000 aziende e 300.000 posti di lavoro. Proprio per questo, imprenditori e lavoratori fanno pressione al governo per una riapertura più immediata possibile. Intanto, Giuseppe Conte seleziona task force di esperti: gruppi di economisti, sociologi, psicologi, che l’aiuteranno nella gestione della seconda fase. Fase in cui, appunto, si inizierà la ripresa di alcune attività e si concederà maggiore libertà di movimento ai cittadini, con obbligo di mascherine e dispositivi di protezione individuale.

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