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Politica

Divieto di cellulari in classe, il Ministro non intende cedere “Gli studenti devono accettare le regole”

Stanno facendo discutere le parole del neo ministro dell’Istruzione, il leghista Giuseppe Valditara, secondo il quale gli studenti dovrebbero umiliarsi.

Un verbo che può essere suscettibile di diverse interpretazioni ma che, nell’uso comune, non ha certo un’accezione positiva. Per questo il capo del dicastero ha ritenuto opportuno ritornare sull’argomento per fare chiarezza.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara/archivio web-Leggilo

Giuseppe Valditara – giurista che per anni ha insegnato all’Università di Torino – ha specificato il senso delle sue parole a chi le ha interpretate in un senso che a lui non appartiene: “Non ho mai detto che la scuola deve umiliare lo studente, ho usato il riflessivo, umiliarsi, parola che ha usato qualcuno molto più autorevolmente di me, Papa Francesco. Lo studente deve imparare a capire che l’ego ha dei limiti“- le parole del ministro. Valditara si è soffermato su un aspetto in particolare: lo studente deve imparare ad accettare la sanzione come parte integrante di un percorso formativo che lo condurrà verso l’età adulta. Rinunciare alle sanzioni significherebbe abbandonare i ragazzi a se stessi, rinunciare ad insegnare loro a rimediare ai propri errori anche con lavori socialmente utili.Il ministro ha ribadito la necessità di abolire l’utilizzo del cellulare in classe che, oltre a distogliere l’attenzione da quanto viene spiegato dai docenti, può trasformarsi in uno strumento per bullizzare i compagni. Tra l’altro – ha ricordato – c’è una circolare del 2007, firmata dall’allora ministro dell’Istruzione Fioroni, che vieta i cellulari tout court.

La questione del merito

Giuseppe Valditara e il merito/archivio web-Leggilo

Infine il ministro ha affrontato la questione del merito, che ha provocato discussioni sin dall’insediamento del Governo e la modifica alla denominazione del dicastero. “Per merito io intendo la valorizzazione dei talenti. La centralità della persona a scuola è fondamentale. quindi valorizzare i talenti, tirare fuori le abilità di ciascuno e consentire a ogni ragazzo di potersi realizzare nella vita…Ci sono dati impressionanti secondo i quali l’ascensore sociale ha funzionato benissimo dagli anni Cinquanta fino al ’75. Dopo ha smesso di funzionare. Oggi siamo ritornati indietro di 22 anni e ci ritroviamo alla stessa posizione del 2000. Allora è evidente che è questa la scuola classista, quella attuale: quella che non favorisce il fatto che un ragazzo di una famiglia di modeste condizioni sociali possa ascendere e avere successo“.

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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