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Salute e Benessere

Pasta e pesticidi: come leggere veramente le etichette

Sono state rilevate, anche in marche italiane di pasta che siamo soliti acquistare, delle tracce di glifosato. Non si vogliono creare degli allarmismi, ma sicuramente è giusto e opportuno fare luce su questo aspetto.

La pasta è un alimento molto consumato nel nostro Paese e non solo, comincia a essere presente anche sulle tavole straniere. Il culto che noi italiani abbiamo per questo alimento intriso di storia e tradizioni, è davvero molto importante. Ma dobbiamo anche sottolineare un aspetto di cui si parla spesso, ossia la presenza di tracce di pesticidi al suo interno.

A cosa prestare attenzione sulla confezione di pasta, ce lo spiega il Pastificio Faella.
(pastificiofaella.it)

 

Tanti e svariati sono stati recentemente i test condotti sui prodotti di pasta in cui sono state individuate delle tracce di pesticidi, ma anche di altre sostanze dannose per la nostra salute. Purtroppo questo alimento così importante per noi, la pasta, come del resto altri prodotti che siamo soliti consumare, è esposto a diverse tipologie di pesticidi. Secondo una rivista svizzera, in alcune marche di pasta italiana, ma soprattutto quella pasta venduta in Italia, è possibile che vi siano delle tracce di glifosato, ovviamente non in quantità tali da essere considerate illegali. Le marche sotto accusa erano quattro. Entriamo nel dettaglio per comprendere meglio a cosa prestare attenzione quando acquistiamo la nostra tanto amata pasta.

A cosa prestare attenzione sulla confezione della pasta

 

“Indicazione dell’origine, in etichetta, del grano duro per paste di semola di grano duro”,  (GU Serie Generale n.191 del 17-08-2017). L’obbligo consiste nell’indicare in etichetta l’origine delle materie prime a tutela dei diritti del consumatore di conoscere la reale filiera del prodotto, anche in relazione al fatto che alcuni Paesi come l’Italia sono più virtuosi di altri da cui importiamo grano (per esempio il Canada) circa il divieto di utilizzo di glifosato.

Sull’etichetta della pasta devono essere indicate le seguenti diciture: “Paese di coltivazione del grano”, ossia il nome del Paese nel quale e’ stato coltivato il grano duro; “Paese di molitura”, ossia il nome del Paese nel quale e’ stata ottenuta la semola di grano duro.

Se le operazioni di cui sopra avvengono in territori di più’ Paesi membri dell’Unione europea o situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui la singola operazione e’ stata effettuata, anche in assenza di miscele, possono essere utilizzate le seguenti diciture: UE, non UE, UE e non UE. Se il grano utilizzato e’ stato coltivato per almeno il cinquanta per cento in un singolo Paese, può’ essere utilizzata la dicitura “nome del Paese” nel quale e’ stato coltivato, almeno il cinquanta per cento del grano duro “e altri Paesi” ‘UE’, ‘non UE’, ‘UE e non UE’ a seconda dell’origine.

Le indicazioni sull’origine del prodotto sono apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili. Esse non sono in alcun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili d’interferire.

Un aspetto molto importante è quello di prendere le informazioni (che emergono dai test che hanno allarmato circa la presenza di pesticidi in alcune confezioni di pasta) per quelle che sono. Ossia si tratta d’indicazioni che ci danno delle informazioni importanti, ma che nello stesso tempo sono anche limitate. Dobbiamo precisare infatti che spesso alcuni giornali online ripropongono dei test ormai datati e si basano su indagini che adesso sono fuori tempo e fuori area geografica. Riguardano cioè dei prodotti che sono stati “rettificati” quindi l’allarme non deve essere scaturito. Spesso le testate giornalistiche online che hanno affrontato questo difficile argomento della presenza di pesticidi nella pasta, in alcune marche, utilizzano dei titoli davvero allarmanti, quasi come se mangiando quel tipo di pasta ci si possa avvelenare. Non è il caso di creare allarmismi.

Il Dott. Sergio Cinque del Pastifico Faella di Gragnano ci spiega come leggere le diciture presenti sull’ etichetta della pasta
(pastificiofaella.it)

Il Dott. Sergio Cinque del Pastifico Faella di Gragnano, in provincia di Napoli, da sempre considerata la città per eccellenza della pasta e dei pastifici, fa luce proprio sulla trasparenza delle etichette che appaiono sulle sue confezioni di pasta. Ci sottolinea quello che è stato imposto a marzo 2018 e di cui abbiamo già parlato nel dettaglio, ossia l’indicazione obbligatoria in grassetto sull’etichetta delle diciture “Paese di coltivazione del grano” e “Paese di molitura”. Inoltre, durante la nostra conversazione, ci condivide un video molto interessante che fa chiarezza e luce su questo argomento e che vi invitiamo a visualizzare al seguente link.

Dobbiamo dire che non possiamo sapere, leggendo l’etichetta, se la pasta contiene o meno tracce di pesticidi. Ecco il motivo per cui a volte si potrebbe prediligere maggiormente il prodotto biologico rispetto a quello industriale, ma il discorso del biologico aprirebbe un dibattito ben più complesso. Resta importante capire a cosa dobbiamo prestare attenzione quando acquistiamo una confezione di pasta e quindi cosa leggere in etichetta. Oltre alle già citate informazioni, ossia “Paese di coltivazione del grano” e “Paese di molitura” è fondamentale prestare attenzione anche agli ingredienti del prodotto. La sola semola di grano duro va utilizzata per la produzione della pasta. A questo si aggiungono i valori nutrizionali. Bisogna anche soffermarsi sul quantitativo di proteine che deve essere almeno del 13%. Attenzione a quella pasta che è stata prodotta con degli sfarinati di riso integrale. Circa la pasta all’uovo, bisogna avere un occhio più vigile, ossia dobbiamo essere certi che quel prodotto sia stato ricavato dall’utilizzo di uova fresche o comunque di categoria A.

 

Pubblicato da
Filomena Di Somma

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