Intestavano ricette a persone defunte e non pagavano quanto dovuto ai creditori. Così i due farmacisti si sarebbero arricchiti.
Una coppia di farmacisti di Verona – uniti nella vita e sul lavoro – avevano trovato il modo di arricchirsi con una maxi truffa.
Marito e moglie gestivano una farmacia nel centro di Verona. I due intestavano ricette a persone defunte. Le ricette scoperte sono state diverse migliaia. I fatti risalgono a sette anni fa, al 2015. I due medici – il farmacista e la moglie – sono stati entrambi condannati a 4 anni e sei mesi di reclusione ciascuno, su decisione del Tribunale collegiale di Verona. Oltre alla maxi truffa delle ricette intestate ai morti, secondo l’accusa la coppia avrebbe sottratto ai creditori beni e utili superiori ai due milioni di euro dal patrimonio della farmacia da loro gestita tra piazza Cittadella e Corso Porta Nuova, esercizio fallito a seguito della clamorosa vicenda. Pertanto, alla condanna per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale scoperta dalle Fiamme gialle nel 2015, si è aggiunta quella in primo grado per bancarotta fraudolenta.
La coppia di farmacisti veronesi, difesa dall’avvocato Michele Fiocco, è stata ritenuta dal Tribunale collegiale scaligero responsabile anche del fallimento della farmacia di cui, prima dello scandalo- ricette, detenevano la gestione in concorso in qualità di soci illimitatamente responsabili della società. Marito e moglie – stando alle parole dell’accusa – “avrebbero distratto beni dal fallimento della farmacia recando così pregiudizio ai creditori“. Oltre a dover scontare quattro anni e sei mesi di reclusione ciascuno, i due farmacisti sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni e inabilitati. Una truffa analoga è stata scoperta qualche anno fa in provincia di Caserta: migliaia di ricette intestate ai morti alla base di un traffico illegale di farmaci che partivano per l’Europa dell’Est. Il tutto con la complicità di un farmacista e di un medico di base. Mentre un’altra coppia – questa volta a Brescia – si è arricchita grazie ad un’altra maxi truffa legata a materiale ferroso. I due coniugi – con la complicità di altri familiari tra cui il figlio – giravano con una utilitaria ma in giardino nascondevano milioni di euro
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