Covid, il futuro è sempre più incerto “Vaccinarsi non basta”. La quarta ondata sta investendo l’Europa

L’Europa, nonostante i vaccini, si trova ad essere nuovamente l’epicentro della pandemia di Covid. Gli esperti cercano di trovare una spiegazione.

Getty Immages/Go Nakamura

La quarta ondata di Covid sta letteralmente investendo l’Europa che si trova ad essere – di nuovo – l’epicentro mondiale della pandemia di Coronavirus. I Paesi dell’Est sono alle prese con una pressione sugli ospedali mai vista dall’inizio dell’emergenza sanitaria: l’Austria – dopo un iniziale lockdown solo per i non vaccinati – ha deciso di chiudere di nuovo tutto per tutti, vaccinati e non e da febbraio introdurrà l’obbligo vaccinale mentre in Germania la situazione “è drammatica”. A essere in difficoltà anche Paesi in cui la percentuale di vaccinati è altissima: l’Irlanda – dove l’89% della popolazione sopra i 12 anni ha già ricevuto due dosi – ha introdotto il coprifuoco a mezzanotte. In Portogallo dove è stato immunizzato l’87% della popolazione totale, il Governo sta valutando nuove misure man mano che le infezioni aumentano. Persino la Gibilterra, con il 99% dei vaccinati ma quasi 500 nuovi casi al giorno nell’ultima settimana, tornerà in lockdown

Che significa tutto questo? Perché anche nei Paesi dove tutti – o quasi – sono vaccinati, la situazione è drammatica? Lo ha spiegato Charles Bangham, immunologo dell’Imperial College London di Londra. L’esperto ha ribadito un concetto semplice: i vaccini funzionano, ed anche bene, ma da soli non possono fermare la diffusione del virus. Bangham ha spiegato: “La variante Delta è molto più contagiosa. Allo stesso tempo, ci sono stati cambiamenti nella società e nel comportamento e in molti Paesi alcune precauzioni, come le mascherine e il distanziamento, vengono osservate meno rigorosamente”.  Gli ha fatto eco Ralf Reintjes, professore di epidemiologia e sorveglianza della salute pubblica presso l’Università di Scienze Applicate di Amburgo in Germania: “Le vaccinazioni aiutano. Sono una pietra miliare nel processo di stop alla diffusione del virus. Ma non sono abbastanza forti da sole”. In pratica, paradossalmente, essendo quasi tutti vaccinati ci siamo sentiti fin troppo sicuri e abbiamo smesso di mantenere quelle precauzioni necessarie ad evitare una nuova impennata di contagi.

Gli esperti, tuttavia, precisano un concetto: anche nei Paesi dove la percentuale di vaccinati è elevatissima – come l’Irlanda, ad esempio – c’è pur sempre un residuo di no vax. Ed è proprio lì che la quarta ondata di Covid – a dir loro – sta colpendo: “Dei 5 milioni di abitanti dell’Irlanda, circa un milione non è ancora protetto. Quello che abbiamo ora è un’epidemia di non vaccinati: circa il 10% della popolazione sopra i 12 anni non è vaccinata e ed è lì che il virus sta colpendo, prevedibilmente” – ha affermato Sam McConkey, a capo dell’International Health and Tropical Medicine, dipartimento della RCSI University of Medicine and Health Sciences di Dublino. Secondo gli esperti, anche se molti paesi europei hanno raggiunto il 60% di popolazione vaccinata, bisogna fare di più: la differenza tra i tassi di vaccinazione del 60, del 70% e dell’80% è enorme, perché ogni percentuale in più isola ulteriormente il virus e allevia la pressione sugli ospedali. Pertanto fino a quando non immunizzeranno una percentuale del 90% della loro popolazione totale, le persone non vaccinate potrebbero continuare a far circolare il virus, hanno sottolineato. Anche se non ci si spiega come mai allora la Gibilterra conti quasi 500 nuovi contagi al dì essendo lì tutti vaccinati. McConkey ha, inoltre, sottolineato che, grazie ai vaccini ci sono molti meno ricoveri rispetto alle ondate precedenti e chi finisce in ospedale, ora, sono  per lo più giovani non vaccinati o persone molto anziane. L’importante – puntualizza lo scienziato – è continuare anche a seguire le misure anti contagio a cui eravamo abituati durante le prime fasi della pandemia come l’utilizzo della mascherina anche all’aperto in caso di zone molto affollate, il distanziamento sociale e l’igienizzazione frequente delle mani.

 

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