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Cronaca

Quattrocento euro per vestire un morto di Covid nell’ospedale del professor Galli

Scandalo all’ospedale Sacco di Milano, presso cui lavora il famoso infettivologo Massimo Galli. 

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid sono saliti di 3405 unità. Da ieri 52 morti e 4007 guariti. Continuano a calare i casi attualmente positivi: 93.652, -656 rispetto a ieri. I ricoverati scendono a 3118, – 80 e in terapia intensiva 429 assistiti, -11 da ieri.

Covid: scoppia lo scandalo al Sacco di Milano

Scandalo all’ospedale Sacco di Milano, l’ospedale presso cui lavora l’infettivologo Massimo Galli. Fino a 400 euro per vestire le salme delle persone decedute con il Covid. Questo quanto emerso da dell’inchiesta della procura di Milano su un giro di corruzione che alcune ditte funebri avevano messo in piedi negli ospedali della città. Lo scorso novembre, attraverso un’intercettazione, tra un lavoratore della camera mortuaria dell’ospedale Sacco e il responsabile di un’impresa di onoranze funebri, si udiva la seguente conversazione: “Ti spiego io come funziona esattamente qui: prendi i vestiti e vestila, se è una salma Covid non ti preoccupare che te ne do anche 400 di euro, i familiari la vogliono vestita”. Il giudice  Stefania Donadeo ha parlato di una pratica di corruzione molto diffusa  fra tutti gli operatori dell’obitorio del Sacco. Inoltre sono state anche riscontrate violazioni delle regole anti-Covid. Il protocollo, infatti prevede che le salme di persone decedute con il virus non possano essere vestite. Ma sono molteplici gli illeciti riscontrati nell’inchiesta. Alla base di tutto un giro di denaro tra due dipendenti di ditte funebri e un operatore dell’obitorio del Sacco, il quale avrebbe ceduto informazioni sui decessi in cambio di denaro.

Nell’ordinanza emessa dal Gip si legge di atteggiamenti confidenziali tra titolari di pompe funebri e addetti degli obitori ospedalieri della città meneghina, i quali, in alcuni casi, hanno consentito alle imprese funerarie di accedere alle camere mortuarie senza alcuna richiesta dei parenti del defunto. Nel caso specifico dell‘ospedale Sacco, il dipendente ospedaliero comunicava i decessi che avvenivano nel nosocomio direttamente all’impresa funebre, indirizzava i familiari a specifiche onoranze funebri, millantando anche inesistenti convenzioni con il Comune di Milano che avrebbero garantito prezzi calmierati, e consentiva l’accesso al personale delle imprese funebri alle camere mortuarie. Il gip ha rilevato che la gestione dei servizi obitoriali dell’ospedale Sacco è patologicamente affetta da un radicato sistema di corruzione. E, con buona pace del professor Galli, un vaccino contro il virus della corruzione, ad oggi, non è ancora stato scoperto.

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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