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Macchinario manomesso per non perdere tempo e denaro: così è morta Luana D’Orazio, secondo i periti

Secondo le perizie effettuate nella fabbrica tessile di Prato dove Luana D’Orazio ha perso la vita settimane fa, l’orditoio a cui lavorava la ragazza era manomesso.

Il caso di Luana D’Orazio, la ragazza ventenne morta a Prato dopo un incidente mentre lavorava all’orditoio di una fabbrica tessile del posto, si sta rivelando sempre più inquietante dopo la rivelazione che il macchinario a cui lavorava la ragazza – che già secondo i periti era stata lasciata da sola e con un istruzione insufficiente all’utilizzo della macchina – era stato con tutta probabilità manomesso da qualcuno, un “sabotaggio” che ha avuto la più tragica ma anche prevedibile delle conseguenze. E’ quello che si legge nelle prime righe della perizia provvisoria redatta dagli esperti che stanno indagando sulla tragedia e che sarà consegnata definitivamente l’11 luglio, tra poco meno di un mese: “Il quadro elettrico era stato manomesso per far funzionare il macchinario“, spiegano i periti. Ma perchè mai qualcuno avrebbe dovuto fare una cosa simile, si sono chiesti gli investigatori? Luana aveva forse qualche nemico nella fabbrica che avrebbe potuto danneggiare l’orditoio per farle del male?

La risposta – sempre secondo le perizie preliminari – è molto più semplice e agghiacciante: il macchinario doveva continuare a funzionare ad ogni costo per non perdere tempo né denaro. Infatti secondo i periti: “La saracinesca di sicurezza che impedisce all’operatore di finire nel macchinario non si abbassava”. Per farla funzionare correttamente sarebbe stato necessario sottoporre l’orditoio a cui lavorava Luana ad alcuni interventi che lo avrebbero fatto lavorare più lentamente. Così, qualcuno potrebbe aver pensato bene di ignorare quella misura di sicurezza importante, effettuando un intervento sul quadro elettrico che ha velocizzato la produzione del macchinario compromettendo la sicurezza degli operai fino alla tragedia della 22enne che ha perso la vita dentro l’orditoio. Le indagini in merito proseguono e di fronte a questa scoperta potrebbero portare a delle condanne. Nel frattempo, continuano a verificarsi in tutto il paese incidenti sul lavoro che ogni giorno mettono a rischio la vita di operai e lavoratori.

 

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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