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Cronaca

“La cabina è esplosa, c’erano cadaveri catapultati a 30 metri. Mai vista una cosa del genere”, dice il capo dei soccorritori

A parlare della tragedia avvenuta a Stresa è il capo dei soccorsi Matteo Gasparini. L’uomo è rimasto sconvolto da quanto ha visto.

 

A parlare sulla terribile tragedia della funivia Stresa- Mottarone, è il capo dei soccorsi Matteo Gasparini. Nonostante i suoi 22 anni di servizio alle spalle, l’uomo commenta sconvolto e asserisce di non aver mai visto, in tanto tempo, una cosa del genere: “Una scena del genere era inimmaginabile, Nulla del genere avevo mai visto in tanti anni di lavoro” – le sue parole in un’intervista telefonica a Leggo. Ieri mattina, intorno alle ore 11.50, era partita da Stresa la corsa funicolare numero 8. Un primo stop, intermedio, al Alpino alle ore 12 per poi proseguire verso la vetta al Mottarone che avrebbe dovuto raggiungere alle 12.10. Ma qualche decina di metri prima dell’arrivo la tragedia che ha coinvolto 14 persone tra cui bambini. Gasparini spiega che si sarebbe aspettato, una volta arrivato, di trovare la cabina con i cadaveri all’interno. Non era assolutamente pronto – come si potrebbe essere pronti – ad assistere alla scena che si è trovato sotto gli occhi: “Mi sono visto davanti agli occhi la funivia esplosa e le vittime erano sparse nel raggio di 30 metri. Vedere le vittime in queste condizioni è stato veramente uno shock”. Non solo: i rottami erano ovunque e anche tutti gli effetti personali delle vittime sparsi nel bosco. La cabina dopo aver urtato il pilone, secondo le prime ricostruzioni, è precipitata per 20 metri ed è rotolata per altri 500, prima di fermarsi urtando contro dei pini.

Il soccorritore stesso, essendo della zona, moltissime volte è salito su quella funivia. Stando alle ricostruzioni, secondo Gasparini due eventi concomitanti hanno fatto accadere la tragedia: il cavo si è staccato e il freno di emergenza in salita non è intervenuto. L’uomo conclude: “Non ci si abitua mai, ogni incidente è diverso dagli altri. Quando intervieni in montagna al massimo ci sono una o due vittima. In questo caso ho visto una scena che difficilmente dimenticherò“.

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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