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Cronaca

Ti lascio la porta aperta e mi chiudo nella stanza con il cane, disse Elena al fidanzato

Secondo le indagini, i sospettati primari per il delitto di Aldo Gioia ad Avellino volevano fare una strage: ecco cosa pianificavano Elena Gioia e Giovanni Limata.

Giovanni Limata ed Elena Gioia volevano sterminare totalmente la famiglia della ragazza: a confermare la tesi sostenuta fin dall’inizio dai Carabinieri ci sarebbero i messaggi contenuti in altre chat tra i due ritrovate sui cellulari della coppia in cui i fidanzati pianificavano in modo più dettagliato e realistico quanto sarebbe dovuto accadere quella sera in casa Gioia: nessuno doveva salvarsi, nemmeno la sorella della 18enne: “Amò, mia sorella non può rimanere, capiscimi per favore, non deve rimanere nessuno”, la lapidaria decisione di Elena Gioia comunicata al fidanzato Giovanni tramite messaggio. Nonostante alcuni parenti della 18enne siano convinti che la ragazza fosse stata plagiata dal fidanzato che aveva conosciuto due anni prima e che nella famiglia della ragazza non piaceva né al padre né alla madre, le chat sembrano mostrare una pianificazione calcolata della tragedia che per puro caso ha portato ad un singolo omicidio – quello di Aldo Gioia – e non allo sterminio dell’intero nucleo familiare: “Allora io scendo a buttare la spazzatura così non desto sospetti nè nulla. Ti lascio la porta aperta e mi prendo il cane e mi chiudo nella stanza. Appena finito vieni da me e ce ne andiamo. Entro prima io ovviamente e ti mando il messaggio“, scriveva la giovane al ragazzo, preoccupato che il cane di famiglia – abbaiando – potesse annunciare il suo arrivo nella casa.

Il piano sarebbe stato organizzato proprio da Elena che a Giovanni chiede anche se la sua idea può funzionare o meno. Il ragazzo acconsente. Poi, i momenti prima del dramma: “Sono dentro. Hai deciso?”chiede il ragazzo incontrando la conferma di Elena Gioia. Ma qualcosa va storto e le urla della madre e della sorella di Elena mettono in fuga l’assassino che ha però il tempo di sferrare quattordici fendenti mortali ad Aldo Gioia. Elena nel frattempo che ha già preparato quattro zaini per la fuga con il fidanzato si finge terrorizzata e per proteggere il compagno parla alla madre di una rapina finita male, versione che la madre riferisce agli agenti arrivati poco dopo sul posto. Nella vicenda permangono alcuni punti oscuri: primo tra tutti, il ruolo di un’amica che avrebbe accompagnato Giovanni Limata all’appartamento dove viveva la famiglia Gioia. La ragazza – secondo gli investigatori – non aveva idea di quanto stava per verificarsi in quella casa di Avellino. Però i Carabinieri sospettano anche che sempre la stessa ragazza avrebbe accompagnato a Cervignano Giovanni dove è iniziata la breve latitanza del killer. Ora, le indagini devono accertare anche se gli amici dei giovani sapessero qualcosa del piano. Nel frattempo mentre Giovanni ha da subito confessato voltando le spalle alla ragazza che amava a tal punto da prepararsi ad un massacro, Elena Gioia resta in silenzio nella cella di Bellizzi Irpino dove attende l’interrogatorio. Per la ragazza potrebbe essere presto disposta una perizia psicologica volta ad accertare eventuali squilibri che potrebbero averla spinta ad ordinare una strage ai danni della sua stessa famiglia.

 

 

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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