Mastella cerca voti per il Governo e propone un scambio. Ma viene tradito

Vengono a galla i primi tentativi di “compravendita” per portare numeri alla Maggioranza. La caccia ai costruttori è aperta e, a quanto pare, ogni mezzo è lecito. Ma c’è chi smentisce.

calenda mastella
Getty Images/ Filippo Monteforte

Alla Maggioranza mancano i numeri, c’è poco da fare. E se la politica è fatta anche di mediazioni, con la matematica non si discute:  la conta di Conte in Parlamento ha tirato fuori un risultato troppo esiguo per poter Governare il Paese. Ma il Premier a dimettersi non ci pensa e l’ipotesi – sempre più probabile – di nuove elezioni non fa impazzire nessuno. Il Presidente del Consiglio, per convincere i senatori ancora indecisi, ha già depositato nome e marchio di una sua lista – dal nome Insieme – con cui correrebbe da solo nel caso di una chiamata alle urne. La lista Conte è pur vero che, con il suo 12% – stando ai sondaggi – porterebbe acqua al mulino della coalizione ma lo farebbe a spese dei partiti che lo sostengono. Precipiterebbero, infatti, Partito Democratico e Cinque Stelle.

E allora che fare se non aprire la caccia ai costruttori? Tra questi costruttori si è subito intercettato il leader di Azione, Carlo Calenda in corsa per il comune di Roma alle prossime amministrative. A quanto pare Calenda sarebbe stato contattato dal sindaco di Benevento – ed ex Ministro della Giustizia ai tempi del Governo di Romano Prodi – Clemente Mastella a sua volta contattato dal Presidente del Consiglio per “fare numero”. Attraverso un post su Twitter, il leader di Azione ha fatto sapere che Mastella gli avrebbe detto: “Tu appoggi Conte e il PD appoggia te a Roma”. Calenda ha poi aggiunto che reputa un’offesa personale questa offerta nonché un chiaro segnale del degrado in cui versa questo Governo che – a suo dire – è composto da “costruttori del nulla”.

Non è tardata ad arrivare la smentita da parte dell’accusato. Mastella, dopo aver smentito di aver ricevuto finanziamenti per il comune che lui amministra in cambio della ricerca de “responsabili” pronti a sostenere il Premier, ora si trova, a stretto giro, a dover smentire anche l’accusa di tentata “compravendita” mossa da Calenda. L’ex Ministro della Giustizia in una nota ha replicato: “Non ho alcuna titolarità per parlare a nome del PD e tu sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola. Ruolo modesto perché sei moralmente modesto. E sei una persona di uno squallore umano incredibile”. Il sindaco beneventano – che pure ha recentemente ammesso che il Governo lo cerca perché gli servono i numeri – ha spiegato che la sua telefonata a Carlo Calenda è stata fatta per appurare se Azione sostenesse o no Matteo Renzi. Alla risposta negativa di Calenda ha proseguito chiedendo se, allora, sostenesse il PD al ché il leader di Azione ha risposto che deve ancora valutare.

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