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Cronaca

Debiti, tasse da pagare e zero affari: un altro imprenditore disperato si suicida

Era disperato per la situazione corrente l’imprenditore che ha visto il suicidio come unica via d’uscita dalla crisi economica causata dal Covid. Aveva 59 anni.

Getty Images/Aris Oikonomou

Un’altra persona, disperata e senza più vie d’uscita da una drammatica situazione economica, ha deciso per il suicidio dopo che il Covid e le conseguenti misure di distanziamento hanno praticamente azzerato i suoi introiti. L’uomo – Raffaele Estinto, 59 anni – era un imprenditore di Aversa, nel casertano. Descritto da chi lo conosceva come un grande lavoratore ed un uomo per bene, Raffaele versava in gravi difficoltà economiche causate dalla crisi che ha travolto il paese nel 2020, i cui effetti peggiori non sono nemmeno ancora arrivati. Il ritrovamento del corpo dell’uomo è avvenuto il 29 dicembre, dopo che il figlio – preoccupato per l’irreperibilità del padre – ha chiesto alle Forze dell’Ordine di cercarlo: gli agenti lo hanno trovato nella sua fabbrica di scarpe Soloxbò presso Aversa, dove Raffaele si era già tolto la vita impiccandosi. Questo tragico evento non è purtroppo un caso isolato: già altri lavoratori, soprattutto proprietari di attività che lavorano saltuariamente da marzo, non sono riusciti a trovare una via d’uscita da una drammatica situazione finanziaria che non fa che peggiorare nonostante le promesse del Governo Conte di non abbandonare nessuno.

Secondo chi conosceva l’imprenditore ricorso al suicidio a causa della crisi dovuta al Covid, proprio il giorno prima del gesto estremo Raffaele aveva ricevuto la notifica di una procedura esecutiva dall’Agenzia delle Entrate: l’uomo aveva accumulato una grande quantità di debiti ed era convinto di non riuscire a pagare tutto. Con la pandemia che aveva rallentato e quasi azzerato l’operato della sua fabbrica e le commesse ricevute dalla Soloxbò, l’imprenditore si sarebbe reso conto di essere vicino a dover dichiarare il fallimento dell’azienda per la seconda volta. L’uomo non ha lasciato lettere ne biglietti di addio ma i suoi cari hanno confermato che aveva più volte espresso a parole la sua forte preoccupazione per il futuro della sua azienda. Secondo le statistiche di psicologi e psichiatri, il lockdown ha portato da marzo ad un aumento nei casi di suicidio o nei tentativi di togliersi la vita: difficoltà economiche ma non solo, anche paura per il futuro e forte depressione causata da una stasi di cui non si vede la fine le cause dietro tanti di questi gesti disperati. Il 2021 si apre nel modo più tragico possibile, con tanti lavoratori ancora incerti sul proprio futuro ed aziende, locali ed altri esercizi commerciali che non possono ancora tornare a lavorare come hanno sempre fatto prima della crisi dovuta al virus.

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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