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Economia

Cashback oltre 5 milioni di italiani hanno aderito, troppi rispetto ai fondi disponibili

Sembrano non finire mai i problemi per il cashback di Natale: dopo i disservizi legati alla applicazione IO, ora il rischio è che i soldi stanziati non siano sufficienti a garantire i rimborsi.

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte/Facebook Roberto Gualtieri

Il cashback di Natale, la misura voluta dal Governo per rilanciare i consumi in occasione delle feste e incentivare l’utilizzo da parte degli italiani di modalità elettroniche di pagamento – nel quadro del progressivo progetto di limitazione dell’uso del contante – rischia di trasformarsi in un clamoroso flop.

Il piano di rimborsi, già passato attraverso una lunga serie di problematiche – su tutte i malfunzionamenti fatti registrare dalla applicazione IO, attraverso la quale si effettua la registrazione al programma – sembra ora destinato a scontrarsi con i limiti economici del budget stanziato dal Governo per finanziarlo. Il decreto che istituisce il cashback di Natale, infatti, mette a disposizione dell’iniziativa un totale di 228 milioni di euro e, visto che la quota massima di rimborso ottenibile da ciascun partecipante è di 150 euro – a fronte di 1500 euro spesi in almeno 10 transazioni elettroniche – è più che probabile che i soldi non possano bastare a garantire ad ognuno i rimborsi maturati nel periodo compreso tra l’8 ed il 31 dicembre.

Gli iscritti al programma sono già ben oltre i 5 milioni – 5,3 al 21 dicembre – che, se messi in relazione al totale dei fondi disponibili portano ad una cifra lontana dagli agognati 150 euro: il rimborso medio sarebbe, ipotizzando importi uguali per tutti gli utenti, di 43 euro a persona. Neanche un terzo del tetto massimo previsto dal regolamento. Questo significa che, qualora le previsioni si dimostrassero attendibili, chiunque abbia effettuato spese con moneta elettronica per più di 430 euro sia destinato a vedere ridotta la percentuale del proprio rimborso – teoricamente fissata al 10%. Una quota sempre più piccola e in continua riduzione, quella relativa ai rimborsi previsti, già scesi a 71 euro il 10 dicembre e ulteriormente rivisti a ribasso –  51 euro per partecipante – il 14 dicembre.

Le cose peggiorano se si considera che i download complessivi dell’app IO sono addirittura 9 milioni: se ad ogni download corrispondesse un partecipante al programma cashback – cosa inverosimile, dato che non tutti coloro che l’hanno scaricata hanno completato l’iscrizione al piano, così come è possibile che uno stesso utente abbia scaricato l’applicazione su più di un dispositivo – il rimborso per ogni partecipante si ridurrebbe ulteriormente.

Quel che appare evidente è che, per evitare una clamorosa figuraccia, il Governo debba prendere in considerazione l’ipotesi di stanziare nuovi fondi per finanziare l’iniziativa. In questo senso, da Palazzo Chigi arrivano rassicurazioni sul fatto che tutti i partecipanti potranno ottenere il rimborso previsto. Questo anche alla luce del fatto che i rimborsi non verranno materialmente erogati prima di febbraio: circostanza che concede all’Esecutivo circa un mese di tempo per rifinanziare il cashback sulla base dei dati definitivi, visto che questa prima sessione riguarderà le transazioni effettuate fino al 31 dicembre.

Novità sono previste anche in ordine al fatto che il programma cashback diventerà, a partire da gennaio 2021, semestrale: il limite minimo di transazioni sarà elevato a 50, da effettuare tra il primo gennaio ed il 30 giugno. In palio ancora un rimborso del 10% per un massimo di 150 euro per partecipante. A questi si aggiungerà un bonus extra, chiamato “Super Cashback“, del valore di 1.500 euro e riservato ai primi 100 mila utenti che avranno effettuato il maggior numero di transazioni nel periodo di riferimento.

PagoPa, società pubblica che gestisce la App IO, ha inoltre rassicurato gli utenti sul fatto che, grazie ad un aggiornamento che verrà rilasciato all’inizio del nuovo anno, le problematiche riscontrate da alcuni clienti rispetto ai pagamenti in modalità contactless verranno risolte.

 

 

Pubblicato da
Lorenzo Palmisciano

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