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Cronaca

I medici insistono: “Durante le festività di Natale gli ospedali saranno pieni”

L’ordine dei medici presieduto da Filippo Anelli continua a spingere per il lockdown completo. Un mese potrebbe bastare per fermare la curva dei contagi.

Getty Images/Emanuele Cremaschi

Da nord a sud Italia, la situazione degli ospedali non accenna a migliorare e Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici, continua a spingere per il lockdown totale, dicendosi molto preoccupato: “La mia non è soltanto l’opinione scientifica di un medico ma anche quella di una persona molto preoccupata dalla piega che sta prendendo la pandemia. Se la situazione non migliora, arriveremo a contare altri 10.000 morti se non di più”, ripete il dottore riallacciandosi al comunicato rilasciato pochi giorni fa e indirizzato al Governo Conte. Il problema principale è – secondo Anelli – che ai morti per Covid si possano andare a sommare quelli per tante altre malattie gravi: “Il Coronavirus affolla le strutture con tanti casi, al punto da lasciare i pazienti ritenuti ordinari fuori dai reparti. Il problema è che tali persone spesso soffrono di gravi patologie come pancreatiti e problemi cardiaci”, spiega il medico.

Per curare i pazienti di Covid, insomma, vengono lasciati fuori dai reparti malati con patologie anche gravi. Ma anche nel momento in cui queste persone riescono a trovare posto negli ospedali, il rischio per loro di contrarre il virus in un momento di debolezza del sistema immunitario è alto: “Il problema peggiore del sistema a zone colorate è che c’è la tendenza a pensare che nelle zone gialle sia consentito tutto. Ho visto molte persone andare in spiaggia o ad affollarsi al centro storico e questo non va bene“, continua la sua spiegazione Anelli, ribadendo che l’unica soluzione sicura alla crescita dei contagi è il lockdown.

Ma cosa potrebbe succedere se il trend attuale dei contagi non fosse invertito e se il lockdown non dovesse entrare in vigore? Secondo Anelli, la situazione può peggiorare ulteriormente: “Il picco deve ancora arrivare e lo toccheremo tra Natale e l’inizio del 2021 quando ai casi di Covid si sommeranno quelli di influenza e gli ospedali saranno pieni di persone impaurite, convinte di aver preso il virus. Con un lockdown potremmo impedire tutto questo. Altrimenti, la Sanità può anche alzare bandiera bianca“, è la cruda analisi del medico.

Anelli sul lockdown: “Conviene anche ai lavoratori”

Alla fatale domanda sul lockdown e le perdite ad esso correlate, Anelli risponde: “Sono sicuro che i ristoratori, i proprietari di locali e gli altri lavoratori preferiscono sopravvivere al virus e non dover vedere i loro cari con malattie gravi lasciati fuori dai reparti con il rischio che muoiano”. Per il medico, se si dovesse intervenire con rapidità, un mese di lockdown totale potrebbe essere sufficiente: “Durante le prime due settimane, i contagi toccherebbero il picco. Poi andrebbero a calare e, come speriamo io e i miei colleghi, si attesterebbero verso una cifra più contenuta e gestibile”.

Al momento, le province più colpite comprendono Napoli, dove lo stesso sindaco Luigi De Magistris si è espresso favorevolmente per il lockdown, Monza, Palermo – dove secondo le istituzioni si va verso una strage annunciata – e Pisa: code interminabili di fronte agli ospedali e personale sotto stress, una situazione che può causare episodi drammatici come è già successo nei mesi precedenti.

Alla voce di Anelli si unisce quella di un altro rappresentante di una categoria sotto stress, Giuseppe Galano che coordina gli interventi del 118 nella provincia di Napoli: “Qui in prima linea la situazione è molto brutta e disorganizzata: ci sono 52 medici che dovrebbero gestire almeno i casi di codice bianco a domicilio ma non stanno facendo nulla. Dicono che il loro contratto non lo prevede”. A nord la situazione non è diversa: “La struttura sanitaria sta continuando a dare il massimo ma non può continuare così a lungo: serve un intervento drastico”, afferma Fabrizio Pergliasco, virologo dell’Irccs Galeazzi di Milano.

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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