Daniele ed Eleonora sono vissuti un mese più del previsto dice Antonio De Marco

Antonio De Marco, responsabile del duplice omicidio di Lecce, pianificava da lungo tempo il crimine. 

Antonio De Marco 9 ottobre 2020

Pianificava il delitto da lungo tempo Antonio De Marco, lo studente che ha confessato il duplice omicidio di Lecce. A detta dell’imputato stesso – riferisce TGCom24 – l’idea di compiere il delitto risale ad agosto quando il ragazzo conviveva ancora con i due fidanzati Daniele ed Eleonora che lo avrebbero successivamente allontanato, forse dopo alcuni screzi. Il giovane aveva da tempo pensieri “confusi” che lo portavano sempre nella stessa direzione: violenza su se stesso e sugli altri: “Un giorno mi sentivo così male con me stesso che ho preso un coltello, l’ho riscaldato sul fuoco e mi sono praticato un taglio nella coscia”- ha rivelato il ragazzo al magistrato che lo ha interrogato negli ultimi giorni, mostrando anche una grossa cicatrice nel punto in cui sostiene di essersi ferito. Un quadro psichico piuttosto complicato a giudicare da quanto sta emergendo dagli ultimi interrogatori: “Tante volte, durante il giorno, avevo delle crisi, mi sentivo strano, molto solo e vuoto. O avevo attacchi di rabbia o magari scoppiavo a piangere da solo, senza motivo”- ha rivelato il giovane durante un altro interrogatorio – riporta Il Fatto Quotidiano – aggiungendo che prima che ai due fidanzati aveva pensato di fare del male a se stesso: “In certi giorni mi sarei voluto togliere la vita. Ho rubato dello Xanax presso l’ospedale dove svolgevo il mio tirocinio. Non l’ho mai utilizzato ma ho pensato di prenderlo per uccidermi, nel momento in cui lo rubavo”. I suoi genitori  lo avevano esortato a consultare un terapeuta: “Ci sono andato una volta sola, tanto per farli contenti. Non mi aiutava”.

La prima fase della pianificazione dell’omicidio, come hanno supposto dal primo momento gli inquirenti, ha previsto la copia delle chiavi dell’appartamento: “Volevo avere il controllo totale su quella casa”.  Poi, è arrivata la spinta fatale per compiere il gesto: “Non avevo scelto un giorno in particolare, non so cosa mi sia passato per la testa. Solitamente sono in grado di fermare i miei pensieri, quelli che mi fanno sentire un tremendo vuoto. Ma quel giorno non ci sono riuscito ed ho fatto quello che ho fatto”.  Il movente per l’omicidio non sembra dunque un singolo episodio ma più una serie di momenti vissuti dall’assassino che nella sua mente hanno dato vita ad una furia terribile, sfociata nel modo più violento possibile. Forse, a dare ad Antonio la spinta per passare dalle idee ai fatti può essere stata un’ultima delusione, come supposto dal Gip che ha domandanto all’imputato: “E’ successo qualcosa negli ultimi tempi che ti ha fatto sentire così?”. Lo studente ha parlato di due delusioni amorose – riferisce SkyTG24 – vissute nei mesi precedenti al delitto. Forse, nella mente chiaramente instabile del killer, questi ultimi episodi hanno fatto scattare definitivamente qualcosa di spaventosamente violento.

Manfredi Falcetta

Fonte: TgCom24, Il Fatto Quotidiano, SkyTG24

 

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