Le telecamere di Leggilo hanno intervistato Marina Conte e Valerio Vannini al termine dell’udienza di questa mattina a Piazzale Clodio.
“Io non nutro rabbia, ma chiedo giustizia. Credo sia una cosa dovuta. Marco non c’è più, era l’unico che poteva dire la verità. Purtroppo è stato ucciso in quella casa”. Sono queste le parole di Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, al termine della seconda udienza che si è svolta oggi a Piazzale Clodio. Lei, Marina, era lì insieme al suo amato e inseparabile Valerio. I due, da tempo, si fanno forza e affrontano ogni giorno una battaglia contro la giustizia. Non si danno pace, però; e notano le incongruenze di quanto succede. Viola Giorgini, oggi teste in Aula, ha riferito ad esempio la sua versione dei fatti. Una versione che però non torna, secondo il legale della difesa Celestino Gnazi e che non torna neanche per il Giudice, che ha invitato la ragazza a dire la verità ricordandole di rischiare un’accusa di falsa testimonianza.
“Viola ricordava tutto bene quello che le tornava comodo. Tutto quello che non gli tornava comodo, allora non gli tornava. Sono passati cinque anni, e io mi ricordo tutto”, ha detto Marina. Come dimenticare, in fondo, ciò che è accaduto quella notte. “Sono arrivati padre, madre e figlio e Viola Giorgini insieme a Martina sono arrivati dopo. E tutti sapevano che c’era stato un colpo di arma di fuoco”, prosegue la donna. Accanto a lei, c’è Valerio: “Mi sento tranquillo, come lo ero stamattina. Non mi aspettavo nulla di importante ma sapevo che lei veniva per convalidare ciò che aveva già detto in passato”. Insomma, neanche per lui la versione della ragazza era credibile. “Sarebbe normale non ricordare tutto, non solo le cose che ti fanno comodo”, ha proseguito. Quanto a Ciontoli, presente in Aula, dice: “Non lo considero. Per me è inesistente. L’ho completamente cancellata come persona”.
Si attendono ora le prossime tappe del processo: 16, 23 settembre e infine il 30 per la sentenza.
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