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Politica

Il PD chiede le dimissioni di Fontana ma dimentica le inchieste nelle Regioni del Centrosinistra

In Lombardia i Dem hanno chiesto le dimissioni del Governatore Attilio Fontana, ma sono diverse le inchieste finite sotto la lente dei magistrati nelle Regioni guidate dal centrosinistra. Lazio, Toscana e Campania: ecco le inchieste sulla gestione emergenza Covid. 

Il Partito Democratico ha chiesto, insieme al Movimento 5 Stelle, le dimissioni del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana indagato per frode in pubblica fornitura in merito all’inchiesta sulla fornitura di camici per i medici da parte dell’azienda del cognato del Governatore. L’occasione – nella Regione più ricca d’Italia – è ghiotta e fa gola al centrosinistra che in questi giorni sta spingendo al massimo alla ricerca delle responsabilità, politiche, di Fontana e di uno dei suoi uomini di punta come l’Assessore al Welfare Giulio Gallera, da portare al cospetto dell’opinione pubblica italiana. Eppure, ciò che non ricorda il PD è che la Magistratura sta indagando in merito alla gestione dell’emergenza Covid anche in alcune Regioni guidate dal centrosinistra. Nella giornata di ieri, come spiega Il Giornale, il Segretario Nicola Zingaretti è tornato ad attaccare il leader della Lega Matteo Salvini – pur senza nominarlo – etichettandolo come uno: “Scellerato che non mette la mascherina per farsi pubblicità”, mentre l’ex Ministro degli Interni ha sentenziato con un: “Pensi alle mascherine fantasma”.

Questo perchè Zingaretti, in qualità di Presidente della Regione Lazio è al centro dell’inchiesta Eco.Tech. A metà marzo, nel mezzo del lockdown e dell’apice dei contagi, la Regione commissionò 10 milioni di mascherine professionali alla Eco.Tech azienda italo-cinese che di norma si occupa di forniture elettriche. Parliamo di un’assegnazione diretta da 35,8 milioni di euro – 11 milioni de quali già anticipati dalla Regione – mai però portata a termine. Il Governatore Zingaretti ha annunciato che, tramite i legali della Regione, sta cercando di tornare in possesso dell’anticipo, ma l’azione legale potrebbe non bastare dal momento che la polizza assicurativa sottoscritta con l’azienda si è rivelata non valida nel nostro Paese. Non solo, dunque, i cittadini del Lazio non hanno avuto le loro mascherine, ma si rischia di aver praticamente regalato 11 milioni di euro ad un’azienda di cui, al momento, non si conosce la posizione legale, nè tantomeno ha mai riferito nel merito.

Altra grana per i Dem è in Toscana, Regione che va al voto nel prossimo settembre. Un’inchiesta coordinata dalla Procura di Prato ha messo nel mirino diversi appalti pubblici dal valore complessivo di 45 milioni di euro per oltre 100 milioni di mascherine, che si sono rivelate essere state prodotte con materiali di scarto e non a norma. Mascherine pericolose che non avrebbero per nulla protetto i cittadini durante il periodo di lockdown. La Procura ipotizza reati frode nelle pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, violazione del Codice degli appalti. Chiaramente l’opposizione in Consiglio contesta al Governatore Enrico Rossi di non aver saputo vigilare su una così importante fornitura. Ha spiegato Jacopo Alberti, Consigliere regionale della Lega: “Rossi ha utilizzato, fin dall’inizio dell’emergenza, la distribuzione delle mascherine gratuite da parte della Regione solo come mezzo propagandistico”. Ma non è tutto: la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo su un acquisto operato dalla Estar, la centrale unica della Regione Toscana per le forniture delle Aziende Sanitarie del territorio, che riguarda 200 ventilatori polmonari – con procedura d’urgenza – dal valore di 7 milioni di euro che non sarebbero mai stati consegnati.

Ultima in ordine di tempo, l’inchiesta nata dagli articoli del giornale Fanpage sulla gestione dell’emergenza da parte del Governatore della Campania Vincenzo De Luca, in corsa per la riconferma alle prossime regionali di settembre. Nei giorni scorsi la Procura di Napoli ha inviato i Carabinieri negli uffici di Soresa, la società della Regione Campania che si occupa degli acquisti per la Sanità locale. I famosi Covid-Hospital di cui il Governatore De Luca si è vantato nei mesi di quarantena non sarebbero a norma, anzi non sarebbero potuti mai entrare in funzione dal momento che mancava il collaudo. In particolare le strutture di Caserta e Salerno, costate 6 milioni di euro, sono stati in seguito convertiti in reparti di degenza, dopo che inizialmente erano stati creati per i nuovi posti di terapia intensiva. Si ipotizza un appalto sospetto coordinato da Ciro Verdoliva, uomo di fiducia di De Luca, sempre al suo fianco durante le sue visite alle strutture ospedaliere del capoluogo campano, a capo dell’Asl Napoli Centro 1.

Fonte: Il Giornale, Fanpage

Pubblicato da
Mario Cassese

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