Il procedimento contro il magistrato Luca Palamara potrebbe portare alla sbarra degli imputati un centinaio di suoi ex colleghi oltre a diversi esponenti politici.
Il procedimento per corruzione contro Luca Palamara – primo ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati nella storia del nostro Paese ad essere stato radiato dalla categoria – sta scatenando una vera e propria bufera in seno alla magistratura. La difesa di Palamara, in vista dell’inizio del procedimento al Consiglio superiore della magistratura che inizierà il 21 luglio, è intenzionata a portare al banco dei testimoni ben 133 tra giudici, magistrati e figure di spicco legate alla giustizia italiana. Lo scopo è dimostrare che ciò che l’imputato ha sempre ribadito – ovvero di non aver fatto altro che conformarsi ad un meccanismo che guida la magistratura italiana da anni – è la pura verità – riferisce Huffington Post.
Nelle scorse settimane Palamara aveva rilasciato dichiarazioni molto pesanti: “Le nomine si decidevano a cena. Nemmeno i politici potevano mettersi in mezzo, sono sempre le correnti della magistratura a decidere”. La maxi lista presentata dal suo legale è lunga 34 pagine e comprende ex ministri della giustizia come Giovanni Maria Flick di Centro Democratico e il Dem Andrea Orlando . Non mancano i nomi di magistrati che hanno fatto parte del gruppo dirigente del Consiglio superiore della Magistratura come Edmondo Bruti Liberati, Claudio Castelli e Piercamillo Davigo fino ad arrivare all’ex senatrice Anna Finocchiaro ed al procuratore dell’antimafia Federico Cafiero De Raho – riferisce Il Tempo.
Tra i magistrati chiamati a deporre – riporta Il Giornale – figura addirittura Cesare Mirabelli, in carica nel Csm tra il 1986 ed il 1990, oggi ottantenne. L’ex pm intende dimostrare con questa convocazione che il funzionamento della magistratura italiana è falsato da decenni: “Se sarò chiamato in causa, ripeterò le stesse cose che ho detto in occasione del congresso di Area di un anno fa” – le parole dell’ex ministro della giustizia Flick – “Mi riferisco a quando tentai di candidarmi all’Anm e mi sentii rispondere che di queste cose si occupavano le correnti politiche”. Il materiale presentato è talmente esplosivo che ad una settimana dall’inizio del procedimento, il Csm non è ancora riuscito a divulgare i nomi di chi farà parte della sezione disciplinare che prenderà parte al processo: sembra quasi che trovare dei magistrati disposti ad affrontare un simile scandalo sia un problema. Adesso, la stessa commissione disciplinare dovrà decidere se accettare la lista o depennare dei nomi.
Fonte: Il Giornale, Huffington Post, Il Tempo
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