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Estera

Nessuno crede più in Boris Johnson. E ora i britannici vogliono tornare nell’Unione Europea

A quattro anni da Brexit, nel Regno Unito cresce il supporto per l’Unione Europea. Con l’indice di gradimento del Premier è scesa a picco anche la volontà dei cittadini del Regno Unito di divorziare dall’Europa. I risultati del sondaggio sono stati diffusi a ridosso della nuova tornata di negoziati fra Londra e Bruxelles.

L’emergenza sanitaria innescata dal Coronavirus ha gettato nuova luce sull’operato dei politici chiamati a gestire una crisi economica e sociale senza precedenti. Se in Italia, infatti, il gradimento nei confronti di Giuseppe Conte è salito di qualche punto nei sondaggi, lo stesso non si può dire del Premier britannico Boris Johnson. Le sue decisioni non hanno ottenuto riscontro da parte dei suoi cittadini, tant’è che ad oggi la maggioranza di britannici non crede più in Johnson. Già a fine maggio, l’indice di gradimento era crollato di 20 punti, quando Dominic Cummings – architetto della Brexit, consulente senior del Primo Ministro e sostenitore del lockdown – ha viaggiato per 400 chilometri per portare il figlio dai nonni, pur essendo positivo al Covid-19.

Secondo un sondaggio di Savanta ComRes, l’opinione pubblica sia su Johnson che sul governo era cambiata rapidamente cambiata in seguito alle dichiarazioni di Cummings che sostenne con forza il suo operato. Secondo i dati, il giudizio complessivo sul Governo era sceso al -2%, mentre quello specifico su Johnson è passato dal +19% al -1. Ma non è tutto, perché il il calo di fiducia nei confronti del britannico richiama in causa la questione Brexit. Secondo l’European Social Survey – sondaggio conclusosi nel 2019 – il 56,8% degli intervistati nel Regno Unito ora voterebbe per rimanere nell’Unione Europea. I risultati del sondaggio, diffusi a ridosso della nuova tornata di negoziati fra Londra e Bruxelles, mettono in luce come, con il crollo della reputazione di Johnson, sia crollata anche la considerazione dei britannici di uno dei suoi pilastri politici. Johnson, infatti, è stato fin da subito determinato a portare il Regno Unito fuori dall’Europa anche a costo di un no deal. Inoltre, fra tutti i cittadini delle varie nazioni europee negli ultimi due anni si è registrato un aumento del supporto nei confronti dell’UE. Gli incrementi maggiori si sono registrati fra i cittadini di Finlandia (+12,2%); Repubblica Ceca (11,3%) e Paesi Bassi (12,2%). L’Italia, uno dei Paesi più euroscettici (al penultimo posto fra i Paesi membri), ha visto una crescita del 7%.

 

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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