Il piano tedesco è pronto e Merkel alza la voce: “Italia accetti Mes”, Premier Conte gelato in diretta tv

Il botta e risposta via Roma-Berlino accende il prossimo Eurogruppo. La Cancelliera lavora per una soluzione unitaria, ma intanto invita l’Italia a dire si al Mes. Un’uscita che potrebbe costare cara a Conte sul fronte della Maggioranza. 

Scontro Merkel - Conte, il Premier italiano incalza:: "I conti dell'Italia li faccio io" - Leggilo.org

Durante la conferenza stampa di ieri sera – organizzata in fretta e furia dal Premier Giuseppe Conte  – per la presentazione del Piano Scuola 2020-2021, che contiene le linee guida per il rientro degli studenti nelle aule, qualcosa ha rovinato l’ormai classica diretta da Palazzo Chigi. La Cancelliera Angela Merkel, intervistata da La Stampa, ha pronunciato le parole fatidiche, a metà tra un “consiglio” e un “ti conviene”: “Non abbiamo messo a disposizione degli Stati strumenti come il Mes o Sure perché restino inutilizzati”. Era solo questione di tempo prima che colei “che tutto move” in Europa iniziasse a fare la voce grossa: il tira e molla a Bruxelles sul Next Generation Ue sta andando troppo per le lunghe e, inoltre, la Germania avrà la Presidenza europea del prossimo semestre. Toccherà a Merkel chiudere la partita – come in fondo è sempre stato – o lo farà trovando un compromesso. Di questo semi-accordo si intravedono già le prospettive: fondi Recovery diminuiti per tutti – in primis l’Italia – aumento della proporzione dei prestiti (che forse rimarrà ad ogni modo inferiore ai sussidi). Una perdita – nell’intento della Germania – che il nostro Paese andrebbe a sopperire proprio con i 37miliardi di euro del Mes.

L’uscita della Cancelliera è stata una doccia fredda per il Premier, costretto ad incassare su due fronti. Il primo quello interno: Merkel ha volutamente agitato la politica nostrana offrendo il fianco – di Conte – all’attacco del centrodestra. Inoltre, ha spaccato di netto la Maggioranza: ora il Movimento 5 Stelle – già contrario al Mes – non avrà alcuni alibi da giustificare dinanzi ai propri elettori. Palazzo Chigi sperava di costruire l’adesione al pacchetto europeo passo dopo passo e invece la Germania irrompe dando l’impressione che, alla fine dei conti, di scelta non si tratta, ma di una vera imposizione. Come spiega Repubblica, Merkel ha inoltre voluto mandare un messaggio chiaro alla politica estera di Roma: si deve raggiungere un compromesso, il Recovery, così come presentato dalla Commissione, è troppo divisivo. Bisogna convincere gli Stati frugali, e questo potrà avvenire soltanto con il Meccanismo di Stabilità ed i suoi piani di rientro dal debito.

Conte, come spiega Ansa, che ha saputo delle parole della Merkel durante la conferenza stampa, ha cercato quantomeno di salvare l’onore: “Io rispetto Merkel, ma a far di conto per l’Italia ci sono io, con Gualtieri, i tecnici del Mef e i Ministri. Ci stiamo predisponendo per presentare il Recovery plan a settembre, a questo è servito il confronto a gli Stati generali”. Ma a Bruxelles bisognerà andare con la certezza di non avere la Germania al proprio fianco, con l’ostruzionismo dei Paesi del Nord e quelli degli accordi di Visegrad ad allungare i tempi. Una partita quasi persa in partenza. La linea tedesca è chiara e diventa una quasi bozza dell’accordo quando iniziano a girare le altre dichiarazioni della Cancelliera: “Per le capitali che sono già pesantemente indebitati, fare debito ha meno senso dei sussidi. Sto lavorando per convincere i rimanenti Paesi che sono finora stati favorevoli ai prestiti, ma contro i sussidi”. Che l’accordo sia stato già raggiunto senza nemmeno che l’Italia si sedesse al tavolo? Intanto l’Esecutivo cerca di prendere tempo: tutti i progetti vertono sull’esistenza di quei fondi del Recovery. E mentre l’idea del taglio dell’Iva naufraga tra le resistenze del Partito Democratico, Conte deve guardarsi bene le spalle: e se Bruxelles fosse pronta ad un Governo tecnico per far approvare l’accordo?

 

Fonte: Il Corriere della Sera, Repubblica

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