Nella notte, alcuni sconosciuti hanno bruciato le barche dei migranti a Lampedusa. Questo a poche ore dagli insulti ricevuti dal sindacalista Soumahoro.
Nella notte sono state date alle fiamme alcune barche con cui i migranti, che continuano ad arrivare in questi giorni a Lampedusa, hanno attraversato il Mediterraneo. L’incendio, di matrice dolosa – riferisce La Repubblica – è stato appiccato nel cosiddetto “cimitero delle barche” in cui sono tenute le imbarcazioni dei migranti in attesa di essere spostate e presumibilmente rottamate. Ignoti i responsabili del gesto ma si sospetta siano le stesse persone che poco dopo hanno incendiato anche la rimessa delle barche a Capo Ponente. L’azione è, molto probabilmente, una violenta protesta contro l’arrivo di centinaia di migranti a Lampedusa. Tutto ciò è avvenuto a poche ore dalla visita sull’isola del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.
“Gli autori del gesto vogliono esasperare il clima di tensione sull’isola”- le parole del sindaco Totò Martello riferite da Il Fatto Quotidiano .“Non so chi siano queste persone ma sono organizzate: lo Stato deve farsi sentire”. Se a incendiare le barche dei migranti a Lampedusa sono stati – secondo il sindaco – uomini organizzati e con uno scopo preciso, i protagonisti di un grave episodio di razzismo sui social network sono comuni cittadini. Infatti, proprio mentre a Lampedusa si cercano i responsabili degli incendi, il sindacalista dell’Usb Aboubakar Soumahoro ha denunciato alla polizia postale un gruppo Facebook che pubblica da giorni fake news e insulti razziali. Alcuni membri del gruppo su Facebook, chiamato “Matteo Salvini e Giorgia Meloni per un’Italia sicura e stabile” hanno reagito male alla notizia dello sciopero indetto dallo stesso Soumahoro sulla questione della sanatoria: “Nero di m…. chiedilo alla Bellanova che ti da pure il c….” “Muori m…” “E una bella scarica di calci nei denti no??” – solo alcuni degli insulti diretti verso il sindacalista che – secondo La Repubblica – ha subito sporto denuncia: “Queste persone incendiano con l’odio i social network. I giganti del web dovrebbero rimuovere quei post” commenta Soumahoro. Un episodio spiacevole che avviene proprio mentre molti italiani manifestano il loro supporto per le proteste contro il razzismo negli Stati Uniti.
Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Aboubakar Soumahoro Twitter
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