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Politica

Renzi, pace con il premier Conte e una promessa: “La legislatura dura fino al 2023”

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi dichiara il suo sostegno al Premier Giuseppe Conte: questa legislatura durerà fino al 2023, dice.

 

L’emergenza Coronavirus ha messo a dura prova non solo il sistema sanitario nazionale ma anche il Governo. In questi mesi abbiamo visto una maggioranza sempre meno coesa. E quella che, ormai da tempo, sembra la mina vagante più pericolosa per la stabilità di questo esecutivo è Matteo Renzi, ex Premier e attuale leader di Italia Viva. Le polemiche, soprattutto con i grillini, non sono mai mancate: dalla legge sulla prescrizione alla sfiducia al guardasigilli Alfonso Bonafede. A tanti è sembrato – più volte – che a Renzi questo Governo stia sempre più stretto. Eppure è proprio lui – riporta Adnkronos – a schierarsi ora dalla parte del Premier e ad escludere categoricamente nuove elezioni. “Voteremo nel 2023…o la legittimazione rischia di passare per la democrazia sondaggistica e vince chi è più popolare nei sondaggi”. E questo è un rischio che Matteo Renzi non può certo correre dal momento che, stando ad un recente sondaggio di YouTrend, se andassimo ora a nuove elezioni il vincitore indiscusso sarebbe la Lega di Matteo Salvini. Mentre Italia Viva non supererebbe il 3,1%. E, soprattutto, scenderebbe addirittura all’1,8% qualora Conte, in caso di nuove ipotetiche elezioni, decidesse di presentarsi con una sua lista autonoma.

L’ex Premier prosegue dichiarandosi in perfetta sintonia – o quasi – con le posizioni dell’attuale primo ministro Conte: “Un cambio di governo non lo vedo. C’è un Presidente del Consiglio che gode della fiducia parlamentare, una maggioranza a cui noi partecipiamo. Noi ci ritroviamo d’accordo al 95% sui temi posti da Conte sul piano di Rinascita”.

Tuttavia Renzi non rinuncia al suo piglio riformista dai toni che, talvolta, possono apparire rivoluzionari. E, attraverso le pagine del suo nuovo libro “La mossa del cavallo” – riporta AGI – lancia la proposta: elezione diretta del presidente della Repubblica o del Premier. “Se accettiamo la figura di un Premier che si assuma la responsabilità di derogare a principi costituzionali, il minimo sindacale che dobbiamo alla nostra credibilità è che quel Premier sia eletto esattamente come lo è un sindaco”. Renzi si sofferma sulle nuove esigenze imposte da questa emergenza sanitaria che hanno portato a scenari impensabili per i padri della Costituzione: mai ci si sarebbe immaginati che un primo ministro, con una sua firma, potesse limitare le libertà dei cittadini. Dunque – a suo dire – se vogliamo accettare questo nuovo modello, è giusto inserire l’elemento del consenso e del voto democratico.

Fonte: AdnKronos, AGI

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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