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42 suicidi da maggio, 14 erano imprenditori. E c’è chi da agente di commercio è diventato clochard

Da agente di commercio al Nord, nel bel mezzo della pandemia si è trovato senza lavoro nè casa. Trasferitosi a Roma in cerca di fortuna ha trovato l’aiuto dell’associazione “Le opere del Padre”. Ora Mario ha un lavoro e un tetto e spera di tornare a fare presto quello che amava. 

Una storia di cadute e rinascite quella di Mario P. – 40enne del Molise – e di battaglie che nella vita non ti aspetteresti mai di affrontare. Mario aveva un buon lavoro, era un agente di commercio, e viveva al Nord. Poi la notizia drammatica: l’agenzia per cui lavorava, di punto in bianco, ha deciso di non saldare i compensi ai collaboratori. E cosi, il 40enne, è rimasto senza lavoro ed ha dovuto lasciare la casa in cui viveva perchè ormai, sostenere l’affitto, era divenuto impossibile. Come spiega la Repubblica – a cui Mario ha raccontato la sua incredibile storia – l’uomo ha preso così la decisione di allontanarsi e di trasferirsi a Roma, in cerca di fortuna. Senza una casa nè un’ occupazione ha trovato riparo presso una struttura nel Policlinico della Capitale che ospita diversi clochard. Poi l’incontro che ha di nuovo capovolto la sua vita: Mario conosce dei volontari dell’associazione “Le opere del Padre” – fondata dall’ex attrice Claudia Kholl – che si occupa di assistenza per i meno fortunati di Roma.

I volontari gli trovano un posto in un dormitorio e l’uomo riesce, dopo poco tempo, anche a trovare un’occupazione presso la cooperativa sociale “Ambiente e Lavoro”, che dal 2009 si occupa di prevenire e contrastare l’esclusione sociale. Spiega il 40enne: “Mi sentivo inutile e mi vergognavo di me stesso. Ora, consegno pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà. E ho ripreso in mano la mia vita”. Ma Mario guarda avanti e dopo il periodo buio spera di poter tornare alla sua vita: “Spero di trovare presto una stanza per lasciare il mio posto in dormitorio a chi ha perso la speranza. Sto riacquistando fiducia in me stesso. Se si cade nella vita ci si può rialzare. Anche questo ho capito”. 

Purtroppo non tutti hanno avuto la forza e la fortuna d’incontrare le persone giuste che ha avuto Mario. Infatti a inizio maggio – riportava Il Messaggero – si contavano ben 42 suicidi, 25 dei quali avvenuti durante il periodo di blocco del Paese. Lockdown che ha provocato ingenti danni economici soprattutto a piccoli imprenditori e liberi professionisti. Infatti, dei 25 registrati, 14 dei soggetti che si sono tolti la vita erano imprenditori.

 

Fonte: Repubblica, Il Messaggero

Pubblicato da
Mario Cassese

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