Dal 3 giugno via libera agli spostamenti, ma l’Iss avverte: “Ondata di ritorno in autunno”

Via libera del Governo, dopo una riunione fiume a Palazzo Chigi nella serata di ieri. Si attende un confronto con tutti i Governatori, mentre cresce la tensione per la richiesta delle Regioni del Sud di limitare gli spostamenti dalla Lombardia e dal Piemonte. 

spostamenti tra regioni iss

Il Governo del Premier Giuseppe Conte è intenzionato a confermare la data del prossimo 3 giugno per le riaperture interregionali e da e verso l’estero. Questo è quanto è emerso dalla riunione di ieri a Palazzo Chigi – a cui hanno partecipato i capi delegazione dei partiti di Maggioranza  – dove il Ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato i dati epidemiologici relativi agli ultimi sette giorni, confermando il trend calante dei contagi e una situazione, anche se eterogenea, sostanzialmente sotto controllo. Come riporta Rainews, ha spiegato Speranza: “Il Decreto legge vigente prevede dal 3 giugno spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva”. Nelle prossime ore il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia si confronterà con ogni singolo Governatore per illustrare le linee guida dell’Esecutivo. Il patto Stato-Regioni, siglato pochi giorni fa, prevede la possibilità da parte del Governo di intervenire con l’istituzione di zone rosse ad hoc.

Non ci sarà una conferenza Stato-Regioni – seppur attesa – e saranno ad ogni modo valutati i dati sino al 2 giugno prossimo. Le Regioni che hanno rilevato minor casi nel corso della pandemia  temono di ritrovarsi in piena estate a dover fare i conti con l’aumento dei contagi dovuti all’incremento della circolazione nel Paese, e promettono battaglia. Come spiega Il Fatto Quotidiano, Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania – e nelle ultime ore anche il Lazio guidato da Nicola Zingaretti – hanno chiesto all’Esecutivo di prevedere – almeno per altri 14 giorni – un’apertura diversificata sul territorio. Per il Presidente campano Vincenzo De Luca: “È del tutto ragionevole che se c’è un territorio con un altissimo numero di contagiati, questo territorio debba avere delle limitazioni alla mobilità”. Il timore nasce dall’assenza dei dati sierologici – che avrebbero fornito un quadro più ampio su larga scala oltre che dei singoli cittadini – e dal numero, certamente esiguo, delle forze dell’ordine per poter controllare tutti gli accessi delle singole Regioni. Sul tema, il Ministro Boccia ha però messo il veto: Non ci saranno passaporti sanitari né riaperture a macchia di leopardo.

Nei prossimi giorni si valuteranno le condizioni per il traffico con l’estero: restano i veti di diversi Paesi nel confronti dell’Italia, che potrebbero rendere impossibile i viaggi all’estero sino a luglio. Il monitoraggio dei dati – che oltre ai risultati epidemiologici tiene conto di altri fattori, come la tenuta ospedaliera e un livello di Rt che deve restare sotto l’1 – continuerà ogni venerdì. Mentre il Paese cerca di entrare nella fase 3, l’Istituto Superiore della Sanità – che insieme al Comitato Tecnico-Scientifico ha avallato il via libera – mette in guardia gli italiani: questa fase discendente terminerà e dovremo approfittare del calo – e anche della carica virale – del Covid per prepararci alla seconda ondata. Come riporta HuffingtonPost, Silvio Brusaferro, Presidente dell’Iss, ha spiegato in audizione presso la Commissione Bilancio a Montecitorio: “In autunno, una patologia come il Sars-cov-2, che è trasmessa da droplet, si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio”. E ancora: “La famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo”.  Il dato obiettivo spiegato dal Professor Brusaferro si riferisce alla maggiore facilità di circolazione di virus di questo tipo – come anche altri virus simili – nelle stagioni più fredde e con meno ore di sole. Il Presidente dell’Iss invita dunque alla cautela. La fase in cui ci accingiamo ad entrare richiede molta attenzione e soprattutto un responsabilità singola rilevante nel rispetto delle norme sulla prevenzione e sul distanziamento. Non solo: pur avendo un colpito – in tanti casi in maniera devastante – tanti italiani, ci sono zone del Paese dove il virus è circolato in maniera piuttosto limitata; zone che potrebbero facilmente, se non controllate, divenire nuovi focolai.

 

Fonte: Rainews, Il Fatto Quotidiano, HuffingtonPost

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