La crisi causata dal Lockdown non mette in pericolo le pensioni. Se ci sarà il tracollo lo capiremo prima

Le mancate entrate – relative ai contributi – dei mesi di lockdown, e i tanti interventi dello Stato nel campo economico stanno mettendo a dura prova l’Inps. L’Ente assicura che la situazione è sotto controllo, ma se la crisi dovesse prolungarsi potrebbero essere inevitabili degli interventi. 

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Il lockdown ha costretto lo Stato ad intervenire in svariati campi: dagli interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, sino ai prestiti garantiti alle imprese. Dal mese di giugno – come previsto dal Decreto Rilancio varato dal Governo del Premier Giuseppe Conte – ci saranno ulteriori interventi –  il Reddito di Emergenza e il sostegno a fondo perduto per le aziende .  che metteranno a dura prova le casse statali. In più l’Istituto Previdenziale, anticiperà il 40% della cassa integrazione in deroga richiesta dai datori di lavoro. Tutte queste misure, unite alle mancate entrate dei contributi previdenziali, causa lockdown, hanno aumentato i dubbi sulla tenuta dell’Ente. Come scrive QuiFinanza, sono molti a chiedersi se l’Inps non si stia avvicinando a pericolosi limiti di liquidità. E il problema maggiore, in tal senso, è rappresentato dalle pensioni, erogate dall’Ente, sui cui lo Stato potrebbe intervenire in caso di recessione, sospendendole o decurtandole. Sull’argomento è intervenuto Guglielmo Loy, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, che ha cercato di fare chiarezza sui conti dell’Inps. Loy ha spiegato che le difficoltà riguardano le entrate minori, mentre il Fondo Pensioni, separato, è rimasto gestibile e non preoccupa i vertici dell’Inps. Ma ha aggiunto il Presidente del Civ: “Se l’economia crolla e crolla il lavoro il problema generale dell’equilibrio ce l’avrà il Paese prima e dopo l’Inps naturalmente”. In altre parole, se la recessione e la crisi economica dovessero portare l’italia sull’orlo del baratro, sarà inevitabile intervenire sul sistema pensionistico. Intanto -aggiunge Adnkronos – seguendo le linee delle misure vigenti, Poste Italiane ha comunicato che l’accredito delle pensioni del mese di giungo partirà martedì 26 maggio – per i titolari di Libretto di Risparmio, Conto BancoPosta o possessori di Postpay. Come ha annunciato l’Ente, i titolari potranno prelevare i contanti fino a 7mila euro dagli Atm Postamat, senza che vi sia bisogno di recarsi allo sportello.

Mentre per coloro i quali non possono ritirare la pensione presso gli Atm, continuerà l’erogazione su turnazione alfabetica. Poste Italiane, nel comunicato diramato in mattinata, ha ricordato che è sempre possibile ricevere – per i cittadini di età dai 75 anni in su – gratuitamente le pensioni presso la propria residenza delegando al ritiro i Carabinieri. Tutte le nuove disposizioni sono atte a garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti, i quali sono invitati dall’Ente a rispettare le norme sulla prevenzione e sul distanziamento sociale all’interno – o nel perimetro – degli uffici postali.

 

Fonte: QuiFinanza, Adnkronos

 

 

 

 

 

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