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Politica

Non ci interessa il Mes, disse il Governo, ma il sì all’Europa è dietro l’angolo

Le preoccupazioni del Premier e l’esultanza del Partito Democratico. I 5 Stelle timorosi nei confronti del nuovo Mes, mentre Forza Italia tende la mano al Governo. “No” della Lega che annuncia battaglia. 

Nella serata di ieri è stato raggiunto l’accordo presso l’Eurogruppo, che raccoglie i Ministri delle Finanze dei Paesi UE, sul Meccanismo di Stabilità Europea. Il provvedimento, annunciato dal dal Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, prevede la condizionalità per l’utilizzo dei fondi, che possono essere soltanto impiegati nell’ambito sanitario per fronteggiare la pandemia da Covid-19; si tratta di un prestito di 10 anni con un tasso di interesse di 0,1% e ogni Stato potrà prelevare il corrispettivo massimo del suo 2% del Pil. Il Mes così ridefinito, sarà affiancato agli altri pacchetti di aiuti UE: Sure e Bei. I Paesi UE decideranno se usufruire del programma o meno, attivo dal prossimo 1 giugno, mentre la scadenza prevista per poter aderire  è fissata al dicembre 2022. Come ha spiegato il Presidente Centeno: “Non tutti i Paesi hanno la stessa potenza di fuoco. Per questo noi dobbiamo garantire condizioni di parità”, precisando inoltre che è previsto il controllo della Commissione UE sull’utilizzo dei fondi: “Le nazioni si impegnano a coordinare le loro politiche economiche, in maniera prospettiva dentro il quadro di sorveglianza Ue”. 

Soddisfatto dell’accordo raggiunto il Commissario UE all’Economia Paolo Gentiloni, che ha specificato che spetterà ad ogni Governo, discutendone nelle Aule, ratificare o meno il programma: “Questo strumento è disponibile senza condizionalità e con delle caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante per Paesi che hanno tassi piuttosto elevati e tra questi c’è l’Italia. Poi si tratta di una decisione politica, c’è il Governo per questo”.

Come spiega Fanpage, per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la grande sfida è il “Recovery Found”, sul quale si battaglia ancora sui tavoli di Bruxelles. Spiega il Premier: “Sure, Bei, Mes sono insufficienti. Il prestito effettivo del ‘Recovery Fund’ deve essere di almeno 1 trilione di euro, per portare la risposta europea in linea con le necessità finanziarie complessive dell’Ue”. La notizia dell’accordo raggiunto dall’Eurogruppo ha agitato le acque del Governo. Come racconta La Stampa, Conte, in un incontro riservato con i vertici del Partito Democratico, ha espresso la sua preoccupazione per la posizione del Movimento 5 Stelle: “Rischiamo di non avere i voti in Aula”.

I grillini, riunitisi a margine dell’annuncio di Bruxelles, hanno espresso ancora forti dubbi sul Mes. Il timore maggiore del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, a dispetto delle sue dimissioni di capo politico, detta ancora la linea tra le file dei 5 stelle. Il problema è sul controllo del rientro dei prestiti da parte della Commissione UE e della BCE: finita l’emergenza sanitaria tornerà il Patto di Stabilità e l’Italia, se decidesse di aderire al Mes, si ritroverebbe con debiti da saldare nel medio termine. Il prossimo passaggio in Aula, ovvero la ratifica dell’accordo, potrebbe già mostrare i primi segni di criticità. Il Premier spera di arrivare all’appuntamento con una Maggioranza solida: se dovesse arrivare il “si” del Parlamento, il Governo dovrà valutare se accedere o meno al Mes. L’Esecutivo spera di non dover arrivare a tanto, anche se i prossimi interventi per famiglie e imprese ammontano alla cifra record di 55 miliardi, e potrebbero prosciugare le casse pubbliche. Tutto questo, sperando che l’epidemia non peggiori: se così dovesse avvenire, il Governo potrebbe accettare il prestito ed investire i soldi del Mes per le strutture sanitarie.

Dal PD si grida alla vittoria, spiega Repubblica, con il Senatore e Viceministro all’Economia Antonio Misiani che commenta: “L’accordo raggiunto è una buona notizia per l’Italia e per l’Europa, frutto del grande lavoro di Gentiloni e Gualtieri”. Italia Viva invece preferisce lanciare una stoccata all’alleato scettico grillino: “Verrebbe voglia di chiedere questi soldi a chi continua a opporsi per ragioni ideologiche o di slogan senza senso”. Conte potrebbe avrebbe, in Aula, il sostegno di Forza Italia, che ha valutato positivamente l’accordo: “Il Mes senza condizionalità è un’opportunità, ma per propaganda il M5S continua a dire di no. Si voti in Parlamento”, scrive la Deputata Mara Carfagna. Critiche invece dalla Lega, con l’attacco del leader della Lega Matteo Salvini: “Il Mes non è un regalo, sono soldi dati in prestito, da restituire a precise condizioni scelte a Bruxelles e non in Italia. Uno strumento pericoloso e senza certezze”. Scettica Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia:“Il Mes è un trattato internazionale, non basta una lettera di Gentiloni o un vago impegno politico per cambiarlo – informa Adnkronos – Per cambiarlo serve l’unanimità degli Stati membri dell’eurozona. Il trattato in vigore prevede  condizioni molto rigide per chi accede al Fondo Salva Stati. Condizioni come la sorveglianza rafforzata e ci sarà, come si evince chiaramente dalle parole del commissario europeo Gentiloni. La trappola per topi si sta facendo più raffinata, ma temo rimanga una trappola per topi”.

Intano l’anima anti-europeista del M5S, guidato dal mai dimenticato Alessandro Di Battista, premer però un segnale forte, anche in vista di un indebolimento del ruolo grillino nel Governo, a discapito del PD, per l’accettazione del pacchetto. Di Maio ha chiesto ai suoi di raggiungere un compromesso, ma l’insidia è dietro l’angolo e i grillini saranno costretti a scegliere in Aula se destabilizzare il Governo oppure accodarsi definitivamente al Premier Conte.

 

Fonte: Repubblica, La Stampa, Fanpage. Adnkronos

 

 

Pubblicato da
Mario Cassese

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