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Politica

Coronavirus, il senatore Matteo Renzi non crede alla catastrofe. E ha un’idea su Conte

Secondo Matteo Renzi, le stime del Comitato tecnico scientifico circa l’andamento dell’epidemia in seguito alle prime riaperture, sono eccessive e prive di fondamento.  E manda un avviso chiarissimo al Premier.

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi non le ha mandate e dire al premier Conte al quale indirizza un avviso che sembra l’anticamera di una crisi di Governo. Il senatore si è espresso a chiare lettere, oggi in Aula: “Presidente del Consiglio, lei è a un bivio, se nella fase due sceglierà il populismo non avrà Italia Viva al suo fianco”. Secondo il Corriere della Sera un discorso pubblico, il suo, che è la prosecuzione di quanto detto ai suoi: “Finito il picco dell’emergenza faremo i conti con il premier”. Il primo ministro Giuseppe Conte non è indietreggiato rispetto alla sua linea, senza concedere nulla alle critiche e a Renzi in particolare, che lo ha attaccato per l’abuso di Dpcm. Secondo l’inquilino di Palazzo Chigi i fedeli del senatore devono opporsi nelle sedi opportune, cioè in Consiglio dei ministri. Ma la schermaglia potrebbe non concludersi qui: dipenderà dalle mosse del presidente del Consiglio la possibile crisi di Governo paventata da Matteo Renzi. “Non possiamo – ha detto l’ex premier – delegare tutto alla comunità scientifica. In passato il Paese troppe volte la politica ha abdicato. Non possiamo chiedere a un virologo come combattere la disoccupazione, tocca alla politica”. E ha aggiunto una frase che è un guanto di sfida: “Non abbiamo negato pieni poteri a Salvini per darli a un altro“.  Secondo Renzi molte cose non hanno funzionato: “Le Rsa, le zone rosse, la mancanza di mascherine, il ritardo dei tamponi. Queste sono le cause della diffusione del virus non un runner di troppo“.

Renzi non crede alla catastrofe

Il Comitato tecnico scientifico sembra essere la parte più allarmata dalle riaperture del prossimo 4 maggio. Secondo gli esperti, infatti, l’ipotesi di uno sbalzo del picco di contagio è più che probabile, e sarebbero stati proprio gli esperti ad aver avuto un peso specifico sulla linea scelta dal Governo. Ma secondo Matteo Renzi, sul piede di guerra contro il premier Conte accusato di non aver rispettato la Costituzione, le stime degli scienziati sono troppo allarmistiche. “Dire che a giugno potrebbe esserci bisogno di 151.000 posti in terapia intensiva è folle” – scrive su Facebook il leader di “Italia Viva”. E accusa gli esperti di voler seminare il panico.

 

Eppure, secondo il documento della task-force finito sul tavolo di Palazzo Chigi, il numero di persone che finirebbero in terapia intensiva da qui a fine anno sarebbe insostenibile: 430.000, con un picco di 151.000 già l’8 giugno. La chiusura estiva delle scuole (ipotizzando una riapertura delle scuole che, tuttavia, non è stata ancora inserita nella Fase 2) pur mantenendo il resto attivo, farebbe scendere il picco, passando da 151.000 di giugno a  110.000 ad agosto. Numeri, riportati nel dettaglio da Repubblica, troppo alti per essere affrontati dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il documento degli esperti prende in considerazione il cambiamento dell’indice di riproduzione dell’epidemia, valutando due ipotesi: la prima, che la suscettibilità al Coronavirus sia eterogenea a seconda dell’età; l’altra, invece, presuppone che sia omogenea. L’ipotesi più probabile sarebbe la prima, cioè che il virus si comporti in maniera differenziata a seconda delle fasce d’età. Con il settore manifatturiero e quello edile che ripartono al 100%, le scuole chiuse, lo smart working e i trasporti al 10% – lo scenario che si prospetta dal 4 maggio – l’indice di riproduzione resta  allo 0,69. Se lo scenario restasse questo per tutta la Fase 2, si prevedono infatti 144 casi per il picco e un totale di 411 da qui alla fine dell’anno.

Ma così non sarà. Infatti dopo due settimane, ci saranno altre riaperture e si pensa già, tra le altre cose, ad una riapertura differenziata per zone, con lockdown selettivi. L’allarme è concentrato sul settore commerciale e di ristorazione, che porterebbe ad un aumento di contatti tale da innescare nuove epidemie. Anche l’impegno dei mezzi di trasporto sarà un nuovo terreno di propagazione del virus: “Se viaggiano al 100%, anche a ristoranti chiusi e ponendo un limite alla circolazione delle persone con più di 70 anni, l’indice di replicazione va a 1.08″. Così si legge nel documento, e il picco di ricoveri in terapia intensiva salirebbe a 1.500 con un totale a fine anno di oltre 5000.

Ancora, secondo gli esperti, l’utilizzo diffuso di misure di precauzione – come mascherine, igiene delle mani, distanziamento sociale – unito al rafforzamento delle attività di tracciamento del contatto e l’ulteriore aumento di consapevolezza dei rischi epidemici nella popolazione potrebbero ridurre in modo sufficiente i rischi di trasmissione. “Essendo le stime attuali di R0 comprese nel range di valori tra R0=0.5 e R0=0.7, è evidente che se R0 fosse anche di poco superiore a 1 l’impatto sul Sistema Sanitario sarebbe notevole”, scrivono gli esperti che non hanno lasciato grande spazio di manovra a Giuseppe Conte. Ci sono però delle incertezze sul valore nell’efficacia dell’uso di mascherine per la popolazione dovute a una limitata evidenza scientifica, nonostante le stesse siano ampiamente consigliate. Ci sono inoltre variabili non misurabili, come il comportamento delle persone dopo la riapertura in termini di adesione alle norme sul distanziamento sociale. “Elementi questi che suggeriscono di adottare un approccio a passi progressivi”, dicono gli esperti. Ma secondo Matteo Renzi, sono cifre allarmistiche che seminano il panico.

Fonte: Matteo Renzi Facebook, Repubblica, Corriere della Sera

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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