Se entro il 18 Maggio non si ritorna in classe l’anno scolastico è andato, dice il Governo

Quando si ritornerà a scuola? L’emergenza Coronavirus potrebbe aver compromesso definitivamente il corso di studi dell’anno 2019- 2020. Si procede a vista, in attesa delle decisioni del Governo. Sul tema è intervenuto il Presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Ritorno a scuola, cosa dice il Governo

 

Quando riapriranno le scuole? Secondo Franco Locatelli a Settembre. Il Presidente del Consiglio superiore di sanità, uno dei principali esperti in campo nella gestione dell’emergenza Coronavirus. In collegamento a Che tempo che fa“, il programma di Fabio Fazio in onda su Rai 2, ha affermato: “Personalmente penso che si possa fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno”. La decisione, tuttavia, spetta comunque al Governo. Locatelli ha poi parlato della Fase 2: “Il test di sieroprevalenza è fondamentale per acquisire informazioni su quale percentuale ha sviluppato anticorpi”.

Ciò che preoccupa l’esperto, è che la fine delle misure restrittive, e l’abbandono dei comportamenti individuali che hanno portato solo recentemente ad avere effetti positivi e a limitare il numero dei ricoverati, potrebbe comportare un rilancio del virus. “Se chiudere le attività produttive e attuare il distanziamento sociale e la limitazione delle libertà personali è stato doloroso, riaprire senza che il Paese torni nell’emergenza è un’operazione delicata“, ha concluso Locatelli.

Intanto, proprio sulla riapertura delle scuole si è espressa diverse volte il Ministro Lucia Azzolina. Se entro il 18 maggio non si farà ritorno in Aula, l’anno scolastico è saltato. La possibilità che non si torni alle attività didattiche in aula per l’anno 2019-2020 è ora più che mai una possibilità concreta, specie dopo la proroga del lockdown fino al 3 maggio che potrebbe subire un’ulteriore slittamento. “Le videolezioni sono una scelta obbligata, non abbiamo alternative”, ha detto ancora Azzolina in un’intervista a Repubblica annunciando che per la Maturità si pensa a sei commissari interni con un Presidente di commissione esterno.

L’emergenza scolastica non ha colpito solo l’Italia, ma anzi è globale e riguarda tutti. Più di tre quarti degli studenti nel mondo sono interessati a questa crisi, circa 1,5 miliardi di persone. Una sfida senza precedenti; e per limitarne gli effetti si sta lavorando alla ridefinizione del calendario, alla valutazione, al recupero e agli esami di Stato per le scuole medie e superiori. C’è bisogno di non vanificare gli sforzi, e di non sottovalutare una tappa importante nel percorso scolastico degli alunni, qual è quello della maturità, che deve tenere conto degli sviluppi reali dell’apprendimento.

Sulle contestate lezioni a distanza, la Azzolina ha illustrato i risultati: degli 8,3 milioni studenti costretti a casa, ne sono stati raggiunti 6,7 milioni. Tra registro elettronico e nuove piattaforme, il 67 per cento delle scuole si è impegnato e il 48 per cento, secondo le indicazioni dell’Istruzione, ha fatto un collegio docenti online. Mille assistenti informatici aiuteranno istituti e singoli studenti in difficoltà. “Per questa fase emergenziale sono state trovate risorse per 136,7 milioni di euro. Settanta milioni andranno per pc e tablet da destinare a chi ne è sprovvisto, 8,2 milioni per gli animatori digitali”, spiega Azzolina.

Fonte: Repubblica, Rai 3

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