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Cronaca

Coronavirus, prevenzione e repressione: 257 persone contagiate rischiano 5 anni di carcere

Coronavirus, prevenzione e repressione: in Italia ben 257 persone sono passibili di multe e processo.

A quanto pare nemmeno sanzioni e carcere sembrano essere un deterrente sufficiente per chi a stare in casa proprio non ci riesce. Secondo i dati più recenti del Viminale – riferisce TPI – solo tra il 26 e il 29 marzo, cioè dopo l’emanazione dell’ultimo decreto del Governo per contenere la diffusione del Coronavirus, sono già 257 le persone denunciate per aver violato la quarantena. Non si tratta di comuni cittadini sani o ignari di essere malati a spasso con il cane, ma di persone che erano risultate positive al tampone per il Covid 19. Persone, dunque, che sapevano di essere infettate e di rappresentare, quindi, un rischio per gli altri. Ora tutti rischiano multe fino a 3000 euro e il processo per epidemia colposa con condanne fino a 5 anni di carcere.

Ma anche prima del nuovo decreto i trasgressori erano molti. Uno dei casi che più ha sconvolto tutti – ricorda il Corriere della Sera – è stato quello di una donna, proveniente da Parma, che è andata a partorire in un ospedale a Bari senza dire da dove veniva. Dopo il parto la neo mamma è risultata infatti positiva al tampone e, di conseguenza,  in tutto l’ospedale è scattato l’allarme e coloro che erano entrati in contatto con lei sono stati messi in quarantena. Il 20 marzo, invece, un 70enne di Codogno, subito dopo essere stato dimesso, anziché rispettare le due settimane di quarantena obbligatoria, è andato a fare una passeggiata in un altro paese del Lodigiano. Il 26 marzo, invece, uno straniero positivo ma in buone condizioni, pur sapendo di avere il Coronavirus, è stato sorpreso in piazzale Loreto a Milano a passeggiare. Infine, tra gli ultimi casi, si annovera un uomo toscano, anch’egli consapevole di essere infettato, che è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione. L’uomo ha spiegato alle Forze dell’ordine di essere uscito per recarsi in ospedale in quanto le sue condizioni si erano aggravate. Tuttavia, dalle verifiche, non risulta che abbia mai chiamato i numeri di emergenza per ricevere assistenza.

Qualche giorno fa il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, aveva accusato il Governo di non avere avuto abbastanza coraggio e riteneva sarebbe stato necessario adottare misure più drastiche.

Fonte: Corriere della Sera, TPI

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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