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Cronaca

Coronavirus, il Governo lo ha sottovalutato sin dal principio. Servono misure urgenti

Il mese di marzo si rivelerà decisivo per il contenimento dell’epidemia. Le misure adottate sino a questo momento non sono risultate efficaci contro il Coronavirus. 

Siamo alla fine della prima settimana di marzo quella, per intenderci, segnalata dal Consigliere Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e Consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, fissata come termine per il primo bilancio dell’epidemia di Coronavirus nel nostro Paese. Al momento, come riporta l’Ansa, sono più di 5mila i casi positivi e 233 i decessi. E’ di queste ore la decisione da parte del Governo di allargare l’area protetta con il “Vincolo di evitare ogni spostamento” nell’intera Lombardia e in 14 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche.  Di fatto si limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio Coronavirus. Non è un “divieto assoluto” ma sarà possibile muoversi solo per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. E intanto il Governatore del Piemonte Alberto Cirio è risultato positivo al Coronvirus. Cirio ha effettuato il test nelle scorse ore a scopo precauzionale dopo un viaggio a Roma lo scorso 4 marzo per un incontro a Palazzo Chigi, scrive la Stampa.

Un bilancio drammatico che racconta appena delle prime fasi dell’epidemia, che sta mostrando tutti gli effetti che potrebbe causare su larga scala. Le misure di contenimento adottate dal Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono servite per isolare i focolai lombardi e veneti, ma la situazione all’interno delle zone rosse è critica. Gli Ospedali stanno subendo una pressione che difficilmente riusciranno a reggere per molto. Mancano i medici: da quelli di base, che per disposizioni dei protocolli sono i primi ad intervenire su un sospetto caso Coronavirus agli specialisti. Mancano i posti letto, specie quelli di terapia intensiva. Il picco, che meno di due settimane fa veniva ipotizza verso la metà di marzo, si allontana, forse anche a due o tre mesi. Servono risposte concrete ed efficaci, misure certamente più drastiche. Fino a questo momento si è navigato a vista: i Decreti approvati dall’Esecutivo, la stessa chiusura delle scuole e delle Università prevista sino al 15 marzo, sembrano non essere idonei ai tempi. La sensazione è che manchi il coraggio dell’atto decisivo al Governo anche nella chiusura “blanda” decisa per il Nord nelle ultime ore. In prima battuta ci si è concentrati di più sugli aspetti economici che sanitari. Ma è stato un passo falso. E di passi falsi ne sono stati commessi tanti. Negli ultimi giorni, in due diversi discorsi, prima il Premier Conte, poi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno parlato al Paese, invitando tutti i cittadini ad un alto senso di responsabilità. Ma le notizie che sono arrivate agli italiani, il modo in cui i cittadini hanno visto reagire le istituzioni all’emergenza non hanno lasciato spazio alla calma.

Il Governo, osserva Fanpage, ha sbagliato prima di tutto sulla comunicazione. A gennaio, il Ministro della Salute Speranza, tranquillizzava il Paese dicendo che eravamo preparati a qualsiasi evenienza. Ma non era vero, o almeno così non è stato. La Sanità Pubblica in questo Paese, nonostante i tagli degli ultimi dieci anni, dai posti letto al personale sino alla chiusure delle strutture, resta di altissimo valore e con grandissime figure professionali. Ma ciò non toglie che potrebbe collassare sotto i colpi di un’epidemia di massa. Chi avrebbe dovuto prevedere non lo ha fatto. Le prime misure adottate, i voli sospesi da e per la Cina per intenderci, non sono serviti a molto. Sarebbe servita la quarantena per tutti i passeggeri provenienti dalle zone infette. A questo è seguita la continua mancanza di direttive univoche, nel rapporto Regione e Governo centrale e tra Regioni e Aziende Ospedaliere, che ha reso poco efficaci i protocolli previsti per l’emergenza. La paura dei cittadini, che ha dato vita a clamorosi casi, come le fughe dalla zona rossa, ha fatto il resto.

Come spiega dalle colonne de Il Messaggero, Luca Ricolfi, alla fine dell’emergenza dovremo fare i conti con l’impreparazione del Governo Conte Bis. L’aver sottovaluto gli allarmi di virologi di fama internazionale, come ad esempio il Professore dell’Università-Vita del San Raffaele di Milano Roberto Burioni, che invocavano misure drastiche già a gennaio ben prima del primo caso della coppia di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma. Errori che sono costati vite umane. Perchè sulla contagiosità del virus, ormai, sono tutti concordi. I numeri parlano chiaro: i contagiati raddoppiano al ritmo di 48 ore e ogni persona potrebbe contagiare 2, o probabilmente molti di più, persone. Se il virus dovesse propagarsi e raggiunge anche “solo” il 20% della popolazione italiana, ovvero 12 milioni di persone, i decessi supererebbero il 3%, ovvero quasi il milione. Occorre, a questo punto, investire sulla Sanità e potrebbe non bastare, per il poco tempo che ci lascia l’epidemia. Ci sono diverse proposte in campo, molte delle quali che arrivano dalla Comunità Scientifica, che sarebbe saggio ascoltare. Sul quotidiano romano, si avanza un’altra ipotesi: quella di un Commissario Straordinario per l’Emergenza per il Servizio Sanitario Nazionale, che sia dotato di mezzi adatti e che non sia una nomina pescata tra gli accoliti del Governo. Serve, ad ogni modo, un’azione forte e in fretta. Perchè il tempo, in questo momento, non è nostro amico.

 

Fonte: Il Corriere della Sera, Fanpage, Il Messaggero, Ansa, La Stampa

Pubblicato da
Mario Cassese

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