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Cronaca

Coronavirus, Sindaco del beneventano pubblica dati di un ragazzo risultato positivo

Il Sindaco di Cusano Mutri, in provincia di Benevento, ha pubblicato tutti i dati sensibili di un ragazzo residente in un paese vicino risultato positivo al test per il nuovo cornavirus. Durissime polemiche. 

ta facendo molto discutere il gesto di Giuseppe Maria Maturo, Sindaco del piccolo borgo di Cusano Mutri, in provincia di Benevento che, nella giornata di ieri, ha pubblicato su Facebook, un documento della ASL locale con tutti i dati sensibili di un ragazzo risultato positivo al test per il nuovo coronavirus. Il giovane, un militare di 22 anni di Guardia Sanframondi, Comune poco lontano sempre nella provincia beneventana, era arrivato qualche giorno fa da Milano e aveva viaggiato insieme alla ragazza di Caserta, 24enne, risultata anch’ella positiva. Nel documento dell’Azienda Sanitaria si leggono chiaramente nome e cognome del giovane, oltre alla sua residenza e ad altri dati sensibili. In più, una lunga lista dei posti in cui, negli ultimi giorni, il giovane si era recato. Informazioni che il militare 22enne aveva comunicato, in una telefonata, proprio all’ASL. I Sindaci del territorio, in qualità di responsabili di igiene e sanità pubblica nei territori amministrati, hanno ricevuto tale comunicazione, ma soltanto Maturo, ha pubblicato questi dati. Il gesto ha scatenato roventi polemiche, dal momento che risulta chiara, e tra l’altro anche ammessa dallo stesso primo cittadino, violazione della privacy e diffusione dei dati sensibili del ragazzo. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il militare è attualmente in quarantena, restrizione prevista anche per i suoi familiari, mentre sono in corso i test su amici stretti e altri familiari. Dopo le pesanti critiche il Sindaco Maturo non ha voluto rimuovere il post, anzi ha rilanciato: “Sto ricevendo minacce di denuncia da tutte le parti. Ritengo che una violazione della privacy sia molto meno importante della tutela della salute pubblica”. Il Sindaco, come già accennato, è ben conscio dell’atto gravissimo, ma lo giustifica in nome della salute pubblica. Resta il fatto che, in un momento di psicosi generale, un atto come questo, che nulla va ad aggiungere ai protocolli che sono stati già attuati, finirà soltanto per aggravare la situazione del ragazzo e della sua famiglia.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Pubblicato da
Mario Cassese

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