Coronavirus, Italia prima in Europa per contagi: allertati tutti gli ospedali

Il Premier ha parlato dei due decessi e dell’aumento dei contagi nel nostro Paese. Intanto l’epidemiologo Lopalco lancia l’allerta sul paziente zero lombardo che ha dato inizio al focolaio di Codogno. In Piemonte un altro caso,

Conte: "Preparati all'evenienza coronavirus" - Leggilo.org

Un caso di Coronavirus è stato registrato in Piemonte. I test, che hanno dato esito positivo, sono stati svolti a Torino dagli specialisti dell’ospedale Amedeo di Savoia. E’ il primo caso di positività al Coronavirus in Piemonte, secondo quanto riporta l’Ansa. Il numero dei contagi salirebbe pertanto a 52 in poche ore collocando l’Italia al primo poste nel diffondersi dell’epidemia in Europa.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo nella serata di ieri a margine del Consiglio UE a Bruxelles, ha parlato dei nuovi focolai di coronavirus nel nostro Paese. Attualmente il bilancio è di due decessi e di 36 contagiati in Lombardia e 9 in Veneto. Come riporta Rainews, il Premier ha invitato alla calma la popolazione: “Eravamo preparati a questa evenienza, trattandosi di agenti virali facilmente trasmissibili. La popolazione non deve essere preoccupata, avevamo un piano e lo stiamo attuando. Noi seguiamo con la massima attenzione. C’è una collaborazione tra le autorità sanitarie locali e nazionali, il Governo centrale e i governatori che ringrazio”. E ancora: “L’ho detto dal primo giorno, noi ci dobbiamo mantenere flessibili per mantenere questa soglia di massima precauzione. Sono state già prontamente adottate le ordinanze di Speranza e di Fontana e tra poco sarà resa pubblica l’ordinanza di Zaia”. Per l’epidemiologo e professore ordinario di Igiene presso l’Università di Pisa, Pierluigi Lopalco, la situazione deve essere monitorata con la massima attenzione. Come racconta lo stesso professore ad Adnkronos, importante, ai fini della restrizione del focolaio, sarà individuare il paziente zero. Spiega Lopalco: “Dobbiamo ancora capire se è stato individuato, oppure no. Il contatto del malato ricoverato a Codogno, e rientrato dalla Cina, è risultato negativo al test: potrebbe essersi liberato del virus. Altrimenti occorrerà cercare ancora”. Il noto epidemiologo continua: “Un altro problema è rappresentato dal fatto che quelli individuati sono quasi tutti casi gravi, che sappiamo essere il 20% del totale. Dove è finito l’altro 80%? I colleghi stanno facendo proprio questo lavoro, testando 250 contatti”. E conclude: “Al momento qualunque misura di restrizione che possa limitare la circolazione del virus è ottima. Dobbiamo approfittare per preparaci. E devono farlo tutti gli ospedali d’Italia“.

 

Fonte: Rainews, Adnkronos

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