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Politica

La paura di perdere in Emilia-Romagna fa disertare il voto in Giunta alla Maggioranza

Come previsto, la Maggioranza ha dato forfait in Giunta al Senato sul voto per l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Gregoretti. Alla base delle posizione dei dem e Italia Viva la paura che il voto potesse influenzare l’esito delle urne di domenica. 

Come già annunciato nella mattinata di ieri dai capigruppo dei partiti che compongono la Maggioranza guidata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nell’Aula della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, per votare per l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini avanzata dal Tribunale dei Ministri di Catania, c’era solo l’opposizione. Fratelli D’Italia, con il Senatore Alberto Balboni e Forza Italia con i parlamentari Lucio Malan, Fiammetta Modena, Adriano Paroli, hanno votato a favore della relazione presentata dal Presidente della Giunta, il forzista Maurizio Gasparri, in cui si evidenziava l’effettivo interesse pubblico per la difesa dei confini con l’azione del blocco della nave. Seguendo le indicazioni del Segretario del Carroccio Matteo Salvini, i 5 parlamentari leghisti hanno votato contro la relazione, portando il verdetto a 5 contro 5, e in tal modo facendo bocciare il testo in esame, come prevede il regolamento di Palazzo Madama in caso di pareggio. Come spiega Il Fatto Quotidiano, i Senatori leghisti hanno giudicato ineccepibile e completa la relazione presentata da Gasparri, che, tra le altre cose, chiama in concausa di responsabilità l’allora Presidente giallo-verde Conte e il Vice-Premier Luigi Di Maio. Come spiega Erika Stefani, membro leghista della Giunta: “E’ del tutto evidente che nell’azione dell’ex ministro Salvini sussiste il preminente interesse nazionale ha agito nell’interesse della nazione e nel solco della collegialità”. Nella serata di ieri, sul voto in Giunta per le Immunità, è arrivato il commento dello stesso Premier Conte, che ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento del Cdm di allora nell’azione di blocco della nave, sostenendo che fosse un’idea del solo Ministro dell’Interno. Il Presidente Conte, ospite di “Sono le venti”, sul Canale Nove, ha infatti dichiarato: “Il ministro aveva fatto approvare un decreto Sicurezza bis che rinforzava le sue competenze,ha rivendicato a sé la scelta di se o quando far sbarcare le persone a bordo della Gregoretti”. Critico con Salvini anche il Ministro degli Esteri Di Maio: “Mi sembra che sia passato dal sovranismo al vittimismo”. E mentre per il secondo, e decisivo round, si dovrà andare in Aula entro il 20 febbraio, Matteo Salvini ha confermato che la linea della Lega sarà per il “si” al processo anche durante il voto a Palazzo Madama. E la Lega lancia sui social la campagna a sostegno del suo Segretario: “Salvini a processo, rischia la galera per aver difeso la patria. Sto con lui e digiunerò per un giorno in segno di solidarietà”. Accuse di vittimismo e strumentalizzazione verso Salvini arrivano anche dal capogruppo al Senato di Italia Viva Davide Faraone, che accusa l’ex Ministro: “Sono pagliacciate”.

Il piano originale della Maggioranza di cercare di non fornire un’arma da campagna elettorale a Salvini proprio durante il rush finale per le regionali in Emilia-Romagna e in Calabria non sembra aver funzionato. Del processo se ne parla, e i partiti dell’Esecutivo che hanno preferito disertare la Giunta, non hanno fatto una buona impressione all’elettorato. Come spiega Il Giornale, il centrosinistra e i grillini hanno fatto una doppia magra figura. Da una parte ha prevalso il timore di fornire un assist all’opposizione, dando anche l’impressione che tutto il cauto ottimismo mostrato in queste ultime settimane circa l’esito delle votazioni, specie nella rossa Emilia-Romagna, sia ingiustificato. Dall’altra, davanti ad un ex Ministro dell’Interno che rischia sino a 15 anni per sequestro di persona e abuso d’ufficio, sembra che la Maggioranza voglia decidere se e quando mandare Salvini a processo, o magari usare la carta del voto per uno scambio parlamentare. E cosi Pd-M5S-Iv-Leu, che sembravano poter trovare un compresso almeno in questo caso, appaiono sempre più sofferenti insieme. E la famosa riunione di Conte per stabilire il cronoprogramma che dovrebbe portare l’Esecutivo fino alla sua naturale scadenza, tarda ad essere confermata. Troppi i dossier sui tavoli del Cdm a cui non si riesce a trovare una soluzione: la revoca o meno delle licenze per Autostrade Spa dei Benetton, l’ArcelorMittal, Alitalia e prescrizione nella Riforma Bonafede su tutti. E mentre il Pd cerca di rinnovarsi, mentre il M5S deve fare i conti con i tentennamenti di Di Maio, ecco che scricchiola la tenuta della Maggioranza. Una doppia sconfitta, o anche la sola perdita dell’Emilia-Romagna per i dem così importante, potrebbe mettere definitivamente in crisi Conte e i suoi.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Il Giornale

Pubblicato da
Mario Cassese

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