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Spettacolo

Rula Jebreal: “Persone vicine a Salvini non mi hanno voluta a Sanremo”

Per la giornalista israeliana ci sono pesanti motivazioni politiche dietro alla decisione della Rai, che le ha chiesto di rinunciare a partecipare alla prima serata di Sanremo, su invito di Amadeus. 

Rula Jebreal, alla fine, non andrà al Festival di Sanremo. Ma il caso della giornalista israeliana non smette di far discutere. E, oggi, a raccontare la sua versione dei fatti è proprio lei, intervistata da Gad Lerner sulle colonne di Repubblica. Jebreal, racconta di motivazioni politiche dietro alle posizioni di Viale Mazzini. Già, perché dietro al rifiuto della Rai ci sarebbe, a suo dire, la paura di raccontare un’Italia diversa, multiculturale e aperta. Jebreal è arrivata nel nostro Paese all’età di 19 anni, per seguire un corso universitario di fisioterapia, dopo un’infanzia difficile, che l’ha costretta a crescere in un orfanotrofio di Gerusalemme, dopo il suicidio di sua mamma. Col tempo, da Bologna, ha scelto una strada diversa: quella del giornalismo, divenendo una delle maggiori esperte in campo internazionale di Medio Oriente. Un lungo legame con il nostro Paese: la cittadinanza, una figlia che vive nel capoluogo emiliano e collaborazioni con diverse testate giornalistiche. Ma allora, cos’è successo con la Rai, sul caso Sanremo? Prova a spiegarlo: “Amadeus, che tengo a precisare non ha nessuna colpa, mi chiamò invitandomi a recitare un monologo durante la prima serata sulla violenza sulle donne. Io avevo appena finito un progetto voluto dal Presidente francese Emannuel Macron con il Premio Nobel Nadia Murad, proprio su questi difficilissimi temi. Ho detto ad Amadeus che avrei provato a coinvolgere Michelle Obama oppure Oprah Winfrey. Ne era entusiasta. E così mi sono messa a lavorare sodo”. Ma se da una parte l’ex conduttore de “L’Eredità” spingeva per un lavoro di più serate – alla giornalista è stato infatti chiesto di partecipare anche ad altre puntate – dall’altra i vertici di Viale Mazzini si mostravano scettici.

E, anche se gli inviti alla kermesse partono dal direttore artistico, l’ultima parola spetta sempre alla Rai. Ed è qui, accusa Jebreal, che le importanti pressioni arrivate dal mondo della politica hanno avuto il sopravvento. Racconta la giornalista: “Mi sono insospettita quando veniva sempre posticipato l’invio del contratto. Mi è stato detto di tutto: che denigro il Paese in cui vivo, che lo odio. Quando poi su questi temi non esiste certo una differenza tra Destra e Sinistra. Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace”. Ma la Rai, rivela la 47enne israeliana, le ha chiesto di fare un passo indietro e di rinunciare all’invito di Amadeus. Cosa che Jebreal ha rifiutato, accusando Viale Mazzini di voler politicizzare l’evento principe della musica italiana. Lerner ha incalzato la giornalista, citando Calderoli e Salvini. Insomma, chi ha voluto la sua esclusione? “Salvini? Non so, non posso dirlo, sono sotto choc. Certo in Rai c’è un brutto clima e gli attacchi sono partiti da persone a lui vicine. Trasmettono un’immagine chiusa, vecchia dell’Italia. Cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee? L’Italia che noi sogniamo per i nostri figli è un paese collegato al resto del mondo. È un’Italia in cui c’è posto per Salvini ma anche per Liliana Segre e, se permettete, per Rula Jebreal. Io ho solidarizzato con Giorgia Meloni quando ha subito insulti misogini”. Sul caso il conduttore Amadeus non si è ancora espresso, così come non sono arrivate note ufficiali dalla Rai. Le polemiche sul Festival, che hanno sempre accompagnato l’evento sin dal suo esordio, sono iniziate addirittura un mese prima. E, conclude, Jebreal: “Io amo Israele e amo l’Italia. Se qualcosa devo rimproverarmi, è di non avere spiegato meglio quel che stavo facendo all’estero anche per onorare la mia cittadinanza italiana”. 

Fonte: Repubblica, La7

 

 

 

 

Pubblicato da
Mario Cassese

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