Banca Popolare di Bari, un miliardo per salvarla

Atteso il piano industriale che potrebbe prevedere finanziamenti anche ad altri istituti del Mezzogiorno. Tensioni nella Maggioranza, con Italia Viva che minaccia battaglia in Parlamento.

Pronti 900 milioni per salvare la Popolare di Bari, renziani annunciano battaglia - Leggilo.org

Approvato, nella serata di ieri, il decreto per il salvataggio della Banca Popolare di Bari. Il Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di intervenire, stanziando 900 milioni di euro per Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, che finanzierà il Microcredito centrale, acquisendo, successivamente, in tal modo le quote della banca. Come racconta l’Ansa, l’obiettivo dell’Esecutivo è la realizzazione di un banca d’investimento che nascerebbe dalle acquisizioni fatte dal Microcredito centrale. Nei prossimi giorni verrà definito il piano industriale richiesto da Bankitalia, che nei giorni scorsi aveva commissariato l’istituto di credito pugliese, che sarà presentato dai nuovi dirigenti Enrico Ajello e Antonio Blandini, dallo stesso Mediocredito centrale, dal Fondo Mcc e dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Il progetto di rafforzamento della rete bancaria meridionale potrebbe essere attuato dividendo la liquidità messa a disposizione dal Governo: dei 900 milioni di euro, infatti, 500 andrebbero a ricapitalizzare la Popolare di Bari, ed i restanti 400, sarebbero divisi tra gli altri istituti. Al momento, è l’ipotesi più concreta che trapela dai corridoi di Palazzo Chigi, ma per prima cosa andrà varato il decreto per difendere la Banca dalle speculazioni che potrebbero arrivare dagli istituti finanziari. Come spiega Repubblica, infatti, la Popolare di Bari è il primo gruppo creditizio autonomo del Mezzogiorno ed è tra le tre maggiori banche pugliesi e tra le 10 maggiori banche popolari italiane, con 3.300 dipendenti e circa 70.000 soci. Un vero e proprio pilastro della rete bancaria nazionale, il cui collasso potrebbe creare un enorme crisi di liquidità, ma anche di fiducia degli investitori, nel nostro Paese.

Decreto approvato da tra mille difficoltà nella Maggioranza

Dopo il Cdm fallimentare dei giorni scorsi, disertato da Italia Viva, la Maggioranza ha trovato un’intesa. Ha prevalso l’idea del salvataggio e, di seguito, delle verifiche, magari anche attraverso l’istituzione di una Commissione parlamentare, che avrebbe dovuto effettuare Bankitalia sull’istituto di credito pugliese. Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio vorrebbe pubblicare la lista dei grossi debitori, oltre alle relazioni di Bankitalia dal 2010 e spinge per l’istituzione della Commissione ad hoc.
Sono salvi i risparmi dei cittadini, nessuna pietà per i manager disonesti e gli amici degli amici. Il dl sulla Banca Popolare di Bari che abbiamo approvato ieri sera aiuta solamente i risparmiatori, anche se vi diranno il contrario. La verità è che da quando il MoVimento 5 Stelle è al governo, le cose si fanno diversamente“. Sono state le parole del leader pentastellato riportate dall’Ansa.

La Commissione è stata richiesta anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha auspicato un: “Governo di salvezza nazionale, che riscriva le regole del gioco e ci porti alle elezioni”. Una chiara mossa per inserirsi nella crisi della Maggioranza facendo breccia sul malcontento dei renziani e di una parte del Movimento 5 Stelle. Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Teresa Bellanova ha annunciato l’ennesimo atto di ostruzionismo di Italia Viva in Parlamento: Matteo Renzi e soci infatti, chiederanno modifiche per il provvedimento. Non del tutto scontato dunque il passaggio alle Camere. Il Partito Democratico, in particolare il Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, invita gli alleati di Governo ad un atto di responsabilità. Conte incassa l’appoggio di Leu, con il Ministro della Salute Roberto Speranza che predica calma e si augura che: “prevalga responsabilità nei confronto del sistema del credito del Sud rispetto al piccolo cabotaggio politico”.

 

Fonte: Ansa, Repubblica

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