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Estera

Macron e Merkel incontrano Erdogan: si è discusso della Libia senza l’Italia?

Il Presidente Giuseppe Conte ha confermato la riunione, ma ha assicurato che il dossier libico non era all’ordine del giorno.

Durante il vertice a Londra della Nato, il 70° della storia dell’Alleanza Atlantica, ci sono stati vari incontri sui temi forse più scottanti della politica internazionale: la Libia e la Siria. Nelle ultime ore sta facendo molto discutere un summit a 4, tra il Presidente turco Recep Erdogan, il Presidente francese Emmanuel Macron, la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il padrone di casa Boris Johnson, dove si è discusso delle future azioni da intraprendere nei due Stati. Ciò sarebbe avvenuto a margine del primo giorno del vertice, ma quello che colpisce è l’assenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il Premier italiano, durante l’evento inglese, ha avuto due incontri bilaterali, con il Presidente Usa Donald Trump e il Primo Ministro Johnson, sul caso libico. Tra mancate conferme e smentite ufficiose, sul summit avvenuto in assenza dell’Italia ha parlato lo stesso Presidente Conte. Come rivela Il Sole 24 Ore, Conte ha confermato la riunione, ma ha immediatamente precisato che, durante l’incontro, la Libia non era all’ordine del giorno: “Era un vertice sulla Siria che nasceva con un altro formato, nessuno parlerebbe di Libia senza coinvolgere l’Italia”.

Restano però, nonostante l’intervento del Premier, numerosi dubbi al riguardo. In primo luogo, l’assenza dell’Italia ad un vertice, anche se incentrato sulla Siria, in cui sono presenti le potenze europee e la Turchia, che il mese scorso aveva già raggiunto un accordo con gli Stati Uniti, è un chiaro sintomo di debolezza sullo scacchiere internazionale. In secondo luogo, gli eventi che si sono succeduti nell’ultimo mese, rendono meno forte la versione del Premier Conte. Ma andiamo con ordine. Il 20 novembre, come racconta questo articolo di Repubblica, le milizie di Khalifa Haftar hanno abbattuto un drone spia italiano, una piccola azione militare, ma dall’alto impatto simbolico, con la quale il generale libico ha voluto mandare un chiaro messaggio. Il 27 novembre invece, il Presidente libico Fayez Al-Sarraj, ha stretto un accordo con il Presidente turco Erdogan, a margine di una visita ad Istanbul. L’accordo prevede una delimitazione dell’area di competenza di ciascun Paese nel Mar Mediterraneo, per ciò che concerne in particolar modo i diritti di esplorazione del gas e del petrolio nella parte orientale del mare stesso. Questa breve cronologia degli eventi è importante per spiegare come la Libia si stia muovendo negli ultimi mesi e di come, il nostro Governo, abbia tralasciato colpevolmente la questione.

La presenza turca al summit dei 4, insieme a quella della Francia, rende difficile immaginare che non si sia toccato il dossier libico durante la riunione. Paure e timori che condividerà anche il Premier Conte, che però vorrà affidarsi alle parole dei suoi omologhi europei. Il problema più grande è che il nostro Paese possa venire escluso dalle decisioni sulla Libia, territorio in cui si concentrano tanti interessi del nostra economia. Ma non solo. Oltre ai giacimenti di petrolio e gas della Eni, c’è un’altra questione che tocca l’Italia: la questione immigrazione. Gli accordi firmati negli anni scorsi con il Governo libico, che non hanno avuto grandi impatti sui flussi migratori, andrebbero forse rivisti, ma senza lo zampino delle altre potenze straniere. Cosa accadrebbe se durante il summit si fosse discusso di un altro intervento nel Paese in difesa di Sarraj e l’Italia non ne fosse stata messa al corrente? Cosa, tra l’altro, già accaduta nel 2011.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore, Repubblica

Pubblicato da
Mario Cassese

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