Luigi Di Maio: “Su Bibbiano non ho sbagliato e non chiedo scusa”

Il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio non cambia le sue posizioni riguardo a Bibbiano. Il 3 dicembre la Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora per il Dem Andrea Careletti, il sindaco di Bibbiano per mesi coinvolto nell’inchiesta Angeli e Demoni. Ma Di Maio asserisce: “Io non chiedo scusa a nessuno, le indagini sono ancora aperte”. 

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Si torna a discutere di Bibbiano. Anzi, forse se ne discute molto più ora di prima. Quanto meno in Parlamento. Infatti se per mesi il PD di Nicola Zingaretti ha cercato di parlare il meno possibile di un caso che vedeva coinvolti decine e decine di minori sottratti ingiustamente ai genitori, ora, dopo la revoca di domiciliari e obbligo di dimora del Dem Andrea Carletti, sono proprio gli esponenti del partito Democratico a tirare sempre in ballo la questione. Matrtedì 3 dicembre la Cassazione – come ha riportato l’Ansa – ha revocato l’obbligo di dimora per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che era stato incarcerato, poi messo ai domiciliari e, infine, costretto a permanere nel Comune di residenza in quanto indagato per abuso d’ufficio e illeciti negli affidi di minori. Ma ora i giudici hanno sentenziato che Carletti non sarebbe neppure dovuto essere arrestato. Il Partito Democratico ha subito gridato “assoluzione” ma, in realtà – come specifica La Pressa – si tratta solo della revoca di una misura cautelare e non di assoluzione. Tuttavia, gli esponenti Dem, per mesi zitti riguardo tutta la vicenda, non hanno perso tempo ad esigere le scuse degli avversari che in quei mesi chiedevano si facesse chiarezza. I primi bersagli da colpire sono stati il leader della Lega Matteo Salvini e la senatrice leghista Lucia Borgonzoni,  che, tra l’altro, è in corsa per le presidenziali in Emilia Romagna contro Stefano Bonaccini, il candidato appoggiato dal PD. Lucia Borgonzoni è stata addirittura denunciata alla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver mostrato, durante una seduta in Senato, una maglia su cui era scritto “parlateci di Bibbiano”. I Dem, Nicola Zingaretti in primis, dopo l’assoluzione di Carletti, hanno iniziato a sbraitare: “E ora chi chiederà scusa a Carletti su cui avete buttato solo fango per farvi campagna elettorale? Vergognatevi e chiedete scusa immediatamente!“. Ma, a ben vedere, la Lega non è stato l’unico partito a puntare il dito contro i PD per quanto accaduto a Bibbiano. Anche il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, prima che si formasse l’esecutivo gliallorosso, definiva il PD “il Partito di Bibbiano”. Frase che gli costò una querela da parte dello stesso Nicola Zingaretti, poco dopo divenuto alleato. E, infatti, con il cambio di alleati al Governo e l’ingresso dei Dem nelle stanze dei bottoni, anche il M5S aveva smesso di parlare di Bibbiano. Anzi, durante un’ospitata televisiva, il sottoegretario agli esteri Manlio Di Stefano, aveva addirittura sostenuto che Bibbiano fosse solo una leggenda. Ma nonostante il cambio di idee di Di Stefano, c’è chi ricorda bene gli attacchi dei grillini Infatti, se Zingaretti, ha subito inveito contro Matteo Salvini, il deputato Matteo Orfini, sul suo Twitter, ha attaccato, invece, il Ministro degli Esteri nonché alleato Luigi Di Maio:

orfini@orfini

Molti si dovrebbero vergognare per aver speculato su .
Tanti dovrebbero chiedere scusa, come ha giustamente detto Zingaretti.
Ma ce ne è uno che più di chiunque altro avrebbe il dovere di farlo: l’attuale ministro degli esteri.

Ma ora Luigi Di Maio sembra ritornare sulle posizioni di partenza. Infatti – come riferisce Fanpage – durante un’intervista a Radio capital, ha dichiarato: “Chedere scusa su Bibbiano? Non ci penso proprio! L’inchiesta è ancora aperta. Si vedrà alla fine chi ha ragione”. Parole che lasciano un certo stupore e fanno presagire che non tiri una buona aria a Palazzo Chigi. Tuttavia, forse per non destare sospetti di rottura, il grillino aggiunge: “Io non ho alcuna intenzione di far cadere il Governo. E’ Matteo renzi che mette in giro queste dicerie. Il Governo per quel che mi riguarda andrà avanti fino al 2023, a prescindere da Bibbiano”.

Fonte: Ansa, La pressa, Fanpage, Matteo orfini Twitter.

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