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Cronaca

Carola Rackete torna in Italia: “Io vittima dell’odio, ma non mi fermo”

Carola Rackete ha presentato a Milano il suo nuovo libro. L’ex capitana della Sea Watch è stata espulsa dall’Italia nell’estate scorsa dopo la vicenda della Sea Watch, ma è ancora indagata dalle autorità italiane. 

Per la prima volta dopo la vicenda Sea Watch del giugno scorso, Carola Rackete torna in Italia. A Milano ad attenderla, presso la Fondazione Feltrinelli, ci sono i padroni di casa Carlo Feltrinelli e Stefano Mauri del gruppo Gems, l’eurodeputato del Partito Democratico Pierfrancesco Majorino e i volontari delle associazioni “People” e “Casa Comune”. Come racconta Repubblica Rackete, ufficialmente, è stata invitata per presentare il suo nuovo libro “Il mondo che vogliamo”, edito da Garzanti, ma inevitabilmente l’evento si è trasformato in un’occasione per ridiscutere dei giorni in cui la giovane tedesca balzò agli onori della cronaca, con la vicenda Sea Watch.

“Per me è un rischio tornare in Italia”

Carola Rackete è stata scortata dagli agenti di polizia. La sua posizione, nei confronti della giustizia italiana, è ancora al vaglio della magistratura. Sebbene infatti siano cadute le accuse di sfruttamento dell’immigrazione e annesse, l’ex capitana della Sea Watch risulta ancora indagata per “resistenza a nave da guerra” e “resistenza a pubblico ufficiale” per lo speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza avvenuto nel momento dell’attracco nel porto di Lampedusa in quei fatidici giorni. Successivamente Rackete venne espulsa dal nostro Paese nell’attesa dell’eventuale processo. Ecco le sue prime parole: “Venire in Italia comporta ancora qualche rischio per me e per questo ho aspettato così tanto prima di tornare, dopo quest’estate. Devo adottare qualche misura di sicurezza, ma tutto ciò non mi preoccupa eccessivamente. Sono vittima dell’hate speech, lo sapete quel che circola in Rete, non solo in Italia ma anche in Germania e in Gran Bretagna, ma non mi fa molto effetto. Mi fa molto più effetto il razzismo verso le altre persone, le discriminazioni e le ingiustizie sociali che ci sono nel mondo. Quello che oggi si può fare per cambiare questo stato di cose è mettersi assieme per lottare per gli stessi obiettivi, per difendere i diritti umani, come stiamo facendo stasera”.

“La situazione non è diversa da quella di mesi fa nel Mediterraneo”

Rackete dopo aver ringraziato le circa 200 persone accorse, parla dell’attuale situazione sul fronte immigrazione e lancia un monito: “Vi sono molto grata per essere stati vicini a Sea Watch e anche a me personalmente. Oggi non si parla più tanto di quel che succede in mare, ma vi assicuro che la situazione non è diversa da quella dei mesi scorsi. I nostri confini sono chiusi, ma sempre più persone saranno costrette a lasciare le loro terre e le loro case. Se noi vogliamo che questo mondo cambi, occorre che lottiamo per portare la democrazia e per evitare che le nostre industrie continuino a fare quello che fanno oggi. Noi viviamo in un continente ricco e che vive in pace, tenendo le frontiere chiuse e riportando le persone in posti dove vengono violati i diritti umani e dove le persone muoiono. L’ambiente sta vivendo un momento devastante, bisogna agire per la giustizia sociale in tutti i paesi del mondo”.

Carola Rackete e lo scontro con Matteo Salvini

Non cita mai nei suoi interventi Matteo Salvini e glissa su chi le chiede di commentare la recente notizia dell’indagine aperta a carico dell’ex Ministro dell’Interno per il caso Open Arms. La Procura di Agrigento, guidata dal pm Luigi Patronaggio, ha infatti accusato il leader della Lega di aver commesso i reati di sequestro di persona e abuso di ufficio per aver negato, applicando il Decreto Sicurezza, l’approdo della nave nel porto di Lampedusa. Carola Rackete inoltre ha denunciato, come rivelò il Corriere della Sera, nel luglio scorso, proprio Matteo Salvini per diffamazione per la frase usata dall’allora capo del Dicastero dell’Interno che definì “delinquente” l’ex capitana della Sea Watch. L’avvocato della giovane attivista tedesca richiese inoltre la chiusura degli account social di Salvini poichè “sono pagine che diffondo odio”. Il leader della Lega ha sempre ribadito di non aver nessun timore della querela dell’ex capitana della Sea Watch ed ha più volte accusato Rackete di aver attentato la vita dei alcuni finanzieri in servizio quel giorno nel porto di Lampedusa.

“Il problema immigrazione è connesso con quello ambientale”

Per Carola Rackete c’è una stretta connessione tra la crisi migratoria e la crisi ambientale che sta colpendo i paesi del nord Africa: “C’è una tremenda carenza di acqua in tante parti del terzo mondo. Chi non ha acqua, deve spostarsi. Ci sono 500 mila persone nell’Africa dell’Est che hanno dovuto spostarsi per innalzamento livello dell’acqua, una situazione molto grave di cui non si parla in Europa. Tutto quello che facciamo in questo mondo occidentale, influisce sulla vita di persone in paesi oltre mare, che soffrono per gli effetti del colonialismo e si ammalano per le nostre condotte di vita. Ce ne approfittiamo della globalizzazione per esportare rifiuti che fanno ammalare i bambini del terzo mondo: dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere e noi stessi”.

 

Fonte: Repubblica, Corriere della Sera

Pubblicato da
Mario Cassese

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