Crisi a Taranto, ispezione dei Carabinieri negli stabilimenti della ArcelorMittal

Oggi vertice fissato tra il Presidente Conte e i vertici Mittal. Intanto le indagini delle Procure di Milano e Taranto vanno avanti: ispezionati gli stabilimenti di Taranto.

Carabinieri ispezionano gli stabilimenti ArcelorMittal - Leggilo.org

Stamattina gli stabilimenti dell’ArcelorMittal sono stati ispezionati da una delegazione formata dai Carabinieri del Noe di Roma, dal Nucleo sulla sicurezza del Lavoro e dal Comando Provinciale di Taranto. Le verifiche riguardano “l’aria a caldo” dell’azienda, ossia la zona degli altoforni, per accertare le operazioni di bonifica degli stabilimenti, la situazione generale della fabbrica, le attività di manutenzione finora eseguite e la sicurezza dei luoghi di lavoro. Le indagini, sono infatti al momento due le Procure che indagano sull’ArcelorMittal, sono state avviate dopo gli esposti presentati dai commissari straordinari. La Procura di Milano ipotizza i reati di distrazione di beni di fallimento e aggiotaggio amministrativo oltre ad un fascicolo autonomo per omessa dichiarazione dei redditi su una società lussemburghese di ArcelorMittal. La Procura di Taranto indaga per i reati di distruzione di mezzi di produzione e appropriazione indebita.

Come riporta l’agenzia Ansa, il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli ha dichiarato che i due enti giudiziari stanno collaborando “C’è massima collaborazione pieno coordinamento e piena sintonia fra la Procura di Milano e quella di Taranto nell’ambito dei rispettivi filoni investigativi. Non c’è alcun conflitto“.

Conte oggi incontra i vertici Mittal

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come racconta SkyTg24, nel pomeriggio incontrerà a Palazzo Chigi i vertici Mittal. Poco è cambiato dal primo incontro con il colosso franco-indiano: il Governo non ha reinserito lo scudo penale come richiesto dall’azienda, mentre l’ArcelorMittal ha prima annunciato e poi sospeso la chiusura degli altiforni. Nel mezzo l’apertura delle indagini della magistratura, che hanno messo un freno alla fuga della multinazionale. Al tavolo siederanno con Conte i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri. Si dovrebbero confrontare non solo con Lakshmi e Aditya Mittal, ceo e cfo del gruppo Mittal, ma anche con l’amministratore delegato dell’azienda in Italia, Lucia Morselli. Il Governo vuole tenere la linea: si chiederà  a Mittal di sospendere la procedura di revoca del contratto depositata presso il Tribunale di Milano, sulla quale gli uffici giudiziari dovrebbero esprimersi il 27 novembre. Questa è la precondizione imprescindibile per iniziare le trattative.

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa intanto, ospite del programma “Agorà” su RaiTre è convinto che la reintroduzione dello scudo non sia la risposta giusta alle richiesta dell’azienda: “L’ArcelorMittal rispetta il piano ambientale. Questo va detto. Tanto è vero che lo scudo non ha nessun senso per il semplice motivo che sta rispettando quello che doveva fare. Quindi dal punto di vista ambientale lo sta rispettando. Poi è chiaro che noi chiediamo di più”.

Confindustria Taranto: “La ArcelorMittal paghi gli imprenditori dell’indotto”

Intanto prosegue per il quinto giorno consecutivo il presidio organizzato dagli imprenditori che lavorano nell’indotto ArcelorMittal, che accusano l’azienda di voler lasciare il Paese senza aver saldato i debiti nei loro confronti. Nella giornata di ieri, c’è stato un incontro con l’azienda franco-indiana che aveva promesso il pagamento agli autotrasportatori nella quasi totalità della platea per il 70% del fatturato e il 50% per le altre articolazioni dell’indotto. Inoltre la multinazionale aveva auspicato il soddisfacimento graduale, nelle 24/48 ore post incontro, del 100% delle fatture scadute della totalità dei fornitori.

Ma gli imprenditori tarantini non si fidano dell’azienda, che aveva annunciato ad inizio novembre, oltre che la chiusura degli stabilimenti, la cessazione delle commissioni, spiazzando l’interno indotto. Come racconta il Presidente di Confindustria Taranto Antonio Marino c’è ormai troppa sfiducia: “Al momento sono arrivati pochissimi avvisi di pagamento. Gli imprenditori si sentono disorientati. Le aziende dell’indotto stanno cercando di governare una situazione di esasperazione da parte dei loro dipendenti in attesa delle mensilità loro spettanti. Oltre a questo aspetto, le imprese rivendicano una identica valenza di fronte all’azienda siderurgica e respingono la suddivisione operata dalla stessa Ami fra aziende ritenute strategiche ed altre non strategiche. Suddivisione che anche da parte di Confindustria viene ritenuta non accettabile in quanto tutte le nostre aziende sono da ritenersi strategiche, al di là del loro ambito di attività e della loro dimensione”.

 

Fonte: Ansa, SkyTg24

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