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Cronaca

Conte: “Collaborazione con l’Africa”. Ma a Lampedusa recuperano corpi

Sono stati identificati dodici corpi in fondo al mare, sono tutte vittime del naufragio avvenuto lunedì scorso a sei miglia da Lampedusa.

Ci presentiamo con le carte in regola per dialogare con il continente africano, per dare idee chiare e prospettive occupazionali. Questo è il modo migliore per prevenire flussi migratori che potrebbero essere destabilizzanti” ha detto il premier Giuseppe Conte parlando a Cernobbio, ha annotato TgCom24, durante la presentazione del progetto di cooperazione per lo sviluppo sostenibile dell’Africa presentato da Coldiretti, Eni e Bonifiche Ferraresi. E, poche ore dopo, a Napoli, durante il meeting del Movimento Cinque Stelle, andava oltre, parlando della concreta possibilità, da parte dell’Italia, di offrire lavoro a migliaia di africani. Intanto la cronaca parla di africani, uomini e donne, morti in maniera atroce, tentando di raggiungere un Paese i cui porti sono aperti, per contrasto alla politica del precedente Ministro degli Interni, quello che, secondo Conte usava “solo slogan”.

Il bambino abbracciato alla madre, in fondo al mare

I sommozzatori della Guardia Costiera hanno identificato il barchino affondato a sei miglia da Lampedusa. Come riportato da Repubblica, il barchino era affondato durante le prime ore dell’alba di lunedì 7 ottobre quando i migranti alla vista dei soccorsi delle motovedette si sono agitati facendo ribaltare e affondare la piccola imbarcazione.  Come riferito dall’Ansa, la Guardia Costiera appena il mare lo ha consentito è tornata in acqua con i sommozzatori fino all’individuazione del relitto .Purtroppo insieme al relitto dell’imbarcazione sono stati localizzati i corpi. Tra questi, in fondo al mare, vi era anche un neonato abbracciato alla sua giovane mamma e una bambina di dodici anni.

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, che coordina l’inchiesta ha dichiarato: “Ci abbiamo creduto fino alla fine – ha sostenuto – La Guardia costiera ci ha creduto e non ha mai mollato. Il barchino – ha aggiunto – è stato individuato grazie a un sonar a quelle profondità i sommozzatori possono stare davvero pochi minuti“.

Il natante è stato trovato a 60 metri di profondità a seguito di giorni di lavoro continuo dei nuclei sommozzatori. I corpi del naufragio di Lampedusa sono stati recuperati dal robot sottomarino a comando remoto della Guardia costiera. Non tutti i corpi sono stati ripresi. Per riuscire a portarli a galla tutti occorreranno diversi giorni, ma già dalla giornata di domani i sommozzatori cercheranno di accelerare i tempi sfruttando il tempo mite.

 

 

Fonte: Repubblica, Ansa

Pubblicato da
Lorenzo Pierini

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